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Pupi Avati con 'Dante' realizza un sogno di 18 anni

Cinema

Pupi Avati con 'Dante' realizza un sogno di 18 anni

Il regista, ha dell'inverosimile, non oso crederci

ROMA, 28 giugno 2021, 16:26

di Francesco Gallo

ANSACheck

Pupi Avati con 'Dante ' realizza un sogno di 18 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pupi Avati con  'Dante ' realizza un sogno di 18 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA
Pupi Avati con 'Dante ' realizza un sogno di 18 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pupi Avati dopo 18 anni realizza il suo sogno e a Foligno si mette di nuovo dietro la macchina da presa, dopo LEI MI PARLA ANCORA per il primo ciak di DANTE, film che narra la vita del padre della Divina Commedia raccontato da Giovanni Boccaccio, primo biografo del padre della lingua italiana, nel suo Trattatello in Laude di Dante.
"Che si realizzi nell'Italia di oggi in cui le gerarchie di cosa e di chi conti è dettato da ben altro, un film sulla vita di Dante Alighieri, ha dell'inverosimile. Non oso ancora crederci", dice il regista.
Soggetto e sceneggiatura dello stesso Avati e tra gli interpreti principali: Sergio Castellitto (Giovanni Boccaccio), Alessandro Sperduti (Dante giovane), Enrico Lo Verso (Donato degli Albanzani), Alessandro Haber (Abate di Vallombrosa), Gianni Cavina (Piero Giardina), Leopoldo Mastelloni (Bonifacio VIII), Ludovica Pedetta (Gemma Donati), Romano Reggiani (Guido Cavalcanti), Carlotta Gamba (Beatrice), Paolo Graziosi (Alighiero di Bellincione), Mariano Rigillo (Meneghino Mezzani), Valeria D'Obici (Suor Beatrice), Giulio Pizzirani (Dante anziano), Erica Blanc (Gemma Donati anziana), Morena Gentile (Donna gozzuta), Milena Vukotic (Rigattiera).
Le riprese del film - produzione Duea Film con Rai Cinema e in sala con 01 Distribution - dureranno undici settimane tra Umbria, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Roma.
"Attendi tanto. Diciotto anni prima che ti sia concesso di realizzare un film - dice Avati - . Lo avevi nitido nel 2003 quando hai scritto la prima versione del soggetto. Nel frattempo hai fatto altro, molto altro, ma quell'impegno con Dante ti è rimasto dentro, tampellante, facendoti avvertire come una colpa il trascorrere del tempo. Poi, finalmente, incontri chi ti ascolta e non rimanda, chi apprezza l'idea e ti trovi 'impreparato' a quell'assenso, a quell'accoglienza.
Questo il mio stato d'animo di oggi, a poche ore dall'inizio delle riprese".
Questa la scaletta del film: Dante muore in esilio a Ravenna nel 1321. Settembre 1350. Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d'oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell'esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza al sommo poeta e chi, al contrario, lo respinse e lo mise in fuga.
Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante, fino a poterci narrare la sua intera storia.
Infine, sulla grandezza di Dante aveva detto sempre Avati in una recente intervista all'ANSA: "Nessuno riesce ad immaginare il successo che ebbe l'Inferno quando uscì a Firenze. Fu un best seller che portò molte famiglie a riconoscersi come sodomiti o assassini. Lui mise alla berlina persone ancora vive. Un coraggio estremo il suo perché, pur potendo essere perdonato con un atto di umiltà, non volle rientrare a Firenze dove rischiava il rogo insieme ai suoi figli maschi".
Non solo: "Pochi sanno che gli ultimi tredici canti del Paradiso furono trovati nascosti nella sua cucina a otto mesi dalla sua morte. Li aveva fatti sparire perché attaccavano il Papa"
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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