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Cinema:Trieste Film Festival,da 32 anni crocevia del dialogo

Cinema

Cinema:Trieste Film Festival,da 32 anni crocevia del dialogo

Focus globale sul cinema dell'altra Europa

TRIESTE, 25 gennaio 2021, 14:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un festival cinematografico che permetteva a registi e uomini e donne di cinema di poter dialogare quando nei loro Paesi c'era la guerra. Questo è stato negli anni '90 l'Alpe Adria cinema prima e il Trieste Film Festival dopo. E lo è tuttora. Lo hanno ricordato stamattina, in occasione dell'incontro "TSFF: una storia lunga 32 anni", i direttori artistici del festival Nicoletta Romeo e Fabrizio Grosoli, che hanno raccontato la nascita e l'evoluzione del festival triestino.
    "Il 28 novembre 1989, con il muro di Berlino che era caduto da meno di venti giorni, a Trieste nasce - ha spiegato Grosoli - l'Alpe Adria Cinema. Nella prima pagina del catalogo c'è una cartina, che mostra i confini di una comunità, con regioni italiane, austriache, tedesche, croate, slovene e ungheresi, per la quale l'allora direttrice e ideatrice, Annamaria Percavassi, auspicava che si trasformasse in una comunità culturale".
    Negli anni successivi "Annamaria fa esplodere - ha proseguito il direttore - questi confini, trasformando il festival in un focus totale e globale su tutto quello che era il cinema dell'altra Europa. Per colmare un vuoto culturale che aveva caratterizzato il nostro Paese dal 1945 in poi". Anche perché, ha sottolineato Grosoli, "il cinema oltre cortina non lo si conosceva o lo si conosceva male. Chi scriveva di cinema di quei Paesi erano esclusivamente i critici dei giornali comunisti".
    In un video di repertorio proiettato durante l'incontro, Percavassi, scomparsa nel 2016, descrive quello che ha prodotto il festival negli anni: "il nostro è un pubblico competente, che non inganni e che abbiamo responsabilizzato. Per questo non va deluso". Percavassi ha ricordato anche che era l'unica donna italiana che frequentava i festival cinematografici della ex Jugoslavia per portare in Italia la cinematografia della vicina repubblica socialista. Quella stessa cinematografia che durante gli anni di guerra, "diventata di moda, si contendevano tutti".
    E che, per Percavassi, "ha trasformato anche il Trieste Film Festival, rendendolo competitivo con i suoi concorsi regolamentari e i premi".
   

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