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Valeria Golino, io madre di un figlio sordo

Valeria Golino, io madre di un figlio sordo

Attrice impara lingua segni LIS per il suo nuovo film 'Per amor vostro'

19 maggio 2015, 10:45

di Angela Abbrescia Martino Iannone

ANSACheck

Valeria Golino e Deborah Donadio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Valeria Golino e Deborah Donadio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Valeria Golino e Deborah Donadio - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Lingua dei segni e la sordità come un "mondo misterioso" da esplorare: per Valeria Golino, madre di un ragazzo sordo nel film "Per amor vostro" di Giuseppe Gaudino, inoltrarsi in questo mondo e conoscere questo linguaggio sono stati motivazioni forti che l'hanno spinta a interpretare Anna, donna-coraggio napoletana.

"Non solo per curiosità - ha spiegato l'attrice in un'intervista all'Ansa - che credo tutti abbiamo verso dei mondi che ci sembrano un po' misteriosi perchè non li conosciamo. Ma in questo caso la Lingua dei segni per un attore rappresenta anche un modo di approfondire l'espressività. Parlare il linguaggio dei segni, capire il mondo da quel punto di vista è come fare una scuola di teatro. Soprattutto per me che la scuola di recitazione non l'ho mai fatta. Ed è stato bellissimo lavorare con Deborah, la mia giovanissima maestra di Lis".


Deborah Donadio, vent'anni, è una delle organizzatrici del Cinedeaf, il festival del cinema sordo organizzato dall'Istituto Statale per i Sordi e giunto quest'anno alla terza edizione (al Teatro Palladium di Roma dal 5 al 7 giugno). Il suo rapporto con Valeria Golino è nato proprio in occasione della lavorazione del film di Gaudino, che è sostenuto dall'Istituto, il quale ha fornito l'assistenza sulla Lis e sul casting del giovane protagonista sordo, Edoardo Crò, che interpreta il ruolo del figlio di Anna.


"La difficoltà iniziale - ha raccontato Golino - è stata quella di avere poco tempo per appropriarmi della Lis. Il risultato nel film doveva essere quello di una donna che parla da sempre in Lis con suo figlio, che ha 15 anni ed è sordo. E invece ho avuto solo un mese e mezzo per prepararmi. Quindi la difficoltà era non solo quella di essere credibile e non fare errori, ma anche di dare l'impressione di una familiarità con questa lingua. Il problema non era fare bene nella lingua dei segni, era far entrare la Lis nel 'sentimento' del film. Il lavoro con Deborah mi ha molto tranquillizzato".


Per la giovane consulente è stata "un'esperienza indimenticabile". "Innanzitutto perchè ho insegnato la mia lingua, quella con la quale sono cresciuta; e in secondo luogo perchè il mio sogno sin da piccola è quello di entrare nel mondo del cinema. Però ho sempre saputo che sarebbe stato complicato, lavorare in un mondo di udenti per una persona sorda è difficile. Poi ho incontrato Valeria e per me è stato come ricevere un messaggio: che se il destino lo vuole, si può fare".


Il film, ancora in lavorazione, non uscirà nelle sale prima dell'autunno. E dopo il successo del francese 'La famiglia Belier' c'è molta attesa. Ultimamente il cinema si sta occupando molto del mondo dei sordi: "Credo - dice Golino - che ciò avvenga perchè, se non altro, è un argomento molto cinematografico, molto bello da raccontare, molto espressivo. Ci sono argomenti che possono aprirci le coscienze". "Anna - spiega - è una donna molto semplice, una madre con tre figli e un marito. Lavora in televisione, è una gobbista, quella figura che suggerisce agli attori le parole da dire. In questo senso, nella poetica del film, la comunicazione, il gesto, ritornano sempre. Senza retorica, perchè è un film pieno di simboli ma non retorico. Porta tante cose avanti e in questo senso la Lis è stata estremamente propedeutica a fare arrivare un messaggio: che il rapporto mio, di Anna, con questo figlio bellissimo e intelligentissimo con il quale ha un rapporto anche carnale, porta la voglia di comunicare di Anna, anche nella difficoltà di trovare il gesto giusto per farsi capire da lui. Questo è per il mio personaggio un grande regalo, perchè senza dire granché fa capire il carattere di questa donna".


Valeria Golino si è talmente 'innamorata' di questi temi che ha deciso di fare da madrina del Cinedaef. "Sono molto contenta di sponsorizzare il festival. Qualcuno dei film in programma è già stato scelto dal grande circuito, ad esempio 'The tribe' ha vinto la Semaine de la critique l'anno scorso. E' chiaro che si vedranno anche tanti film inediti e ci auguriamo che questo evento li aiuti".

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