Restauro, messa in sicurezza e
riallestimento del museo: dopo oltre un anno di lavori e un
investimento di circa 1,1 milioni, il complesso di Orsanmichele
a Firenze è pronto a riaprire al pubblico il 19 gennaio (sarà
visibile tutti i giorni, eccetto il martedì).
Durante i 400 giorni di chiusura, la chiesa e il museo di
Orsanmichele sono stati sottoposti a una serie di operazioni di
restauro e manutenzione straordinaria delle sculture, dei
dipinti murali, dei paramenti lapidei e di alcune statue. Nel
nuovo allestimento, le 13 statue che originariamente si
trovavano nelle nicchie esterne, realizzate da artisti come
Lorenzo Ghiberti, Donatello, Andrea del Verrocchio, Baccio da
Montelupo e Giambologna, tornano a interagire con il pubblico
grazie a strutture che le tengono sollevate, incorniciandole con
un fondale che ripropone proprio la collocazione nei tabernacoli
esterni. In chiesa è stata fatta la spolveratura integrale del
tabernacolo dell'Orcagna, dell'altare con il gruppo della
Vergine con Bambino e Sant'Anna di Francesco da Sangallo e della
tavola di Bernardo Daddi. Nella parte absidale si è proceduto al
restauro delle pareti e al ripristino degli intonaci. Inoltre,
grazie alla rimozione della vecchia sagrestia addossata alla
parete nord-est, sono tornate visibili alcune porzioni degli
affreschi raffiguranti San Domenico e San Francesco. Sono stati
poi restaurati i basamenti dei sei pilastri delle campate, le
pitture delle facce di tre pilastri raffiguranti San Giovanni
Evangelista, San Barnaba e San Pietro, ed è stata condotta una
campagna di manutenzione delle volte. Durante i lavori al museo,
è stato possibile intraprendere alcuni interventi di restauro e
manutenzione straordinaria di opere come la statua del
Sant'Eligio di Nanni di Banco, del San Matteo di Lorenzo
Ghiberti, di due bronzi di Santo Stefano di Ghiberti e del San
Giovanni Evangelista di Baccio da Montelupo. In vista del
riposizionamento dei Quattro Santi Coronati, è stato restaurato
l'antico frontone in marmo, rimasto fratturato in seguito al
trasferimento dell'opera dal tabernacolo al museo nel 2001.
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