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Cultura ancora in crisi ma tiene, nel 2021 vale 88.6 mld

Cultura ancora in crisi ma tiene, nel 2021 vale 88.6 mld

Rapporto Symbola. Realacci "Serve un nuovo Bauhaus"

ROMA, 15 settembre 2022, 18:31

di Silvia Lambertucci

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSA) - ROMA, 15 SET - 

Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo torna ad avere un segno positivo, con un incremento del valore aggiunto del 4,2% tra il 2020 ed il 2021. Anche se i numeri del pre pandemia sono ancora lontani soprattutto per i settori live. E' la fotografia dell'Italia della cultura scattata dal Rapporto Symbola, "Io sono cultura" presentato oggi a Roma al Maxxi dal presidente della Fondazione Ermete Realacci e dal presidente di Unioncamere Andrea Prete in una tavola rotonda con Antonio Calabrò, presidente Museimpresa Cda Fondazione Symbola e Giovanna Melandri presidente Fondazione MAXXI e Human Foundation. "La cultura ha pagato più di altri settori la crisi, ma conferma il suo ruolo economico centrale", sottolinea Realacci. E' vero però che le imprese culturali e creative sono ancora lontane dai numeri del 2019: "la variazione del valore aggiunto nel biennio è pari al -4,8% rispetto al -1,2% a prezzi correnti del totale dell'economia", sottolinea il presidente di Unioncamere Prete, "nel 2021 c'è stato un recupero del +3,6% che non ha compensato però le perdite del 2020". Nel biennio 20-21 rileva quindi il Rapporto di Symbola, perdono ricchezza soprattutto le attività dello spettacolo (-21,9%; che in valori assoluti equivale a una perdita di 1,2 miliardi di euro) e quelle per la valorizzazione del patrimonio storico e artistico (-11,8%; pari a -361 milioni di euro), mentre crescono videogiochi e software (+7,6%). Lo stesso sul fronte dell'occupazione, con le performing arts che scontano maggiormente le criticità (rilevanti soprattutto nel 2020) per via di una base occupazionale caratterizzata da contratti prevalentemente atipici (-15,6%; -17 mila addetti) e le attività di valorizzazione del patrimonio storico e artistico altrettanto incapaci di contenere le perdite (-14,6%; -9 mila addetti). In calo anche audiovisivo, musica ed editoria. La foto al 2021 ci restituisce comunque un sistema che dà lavoro a 1,5 milioni di persone che producono ricchezza per 88,6 miliardi di euro, di cui 48,6 miliardi (il 54,9%) generati dai settori culturali e creativi e altri 40 miliardi (il 45,1%) dai professionisti culturali e creativi attivi. Un sistema formato da 270.318 imprese e 40.100 realtà del terzo settore. Complessivamente le attività culturali e creative attivano valore anche in altri settori dell'economia, a partire da turismo, trasporti e manifattura, per un totale stimato per il 2021 di 162,9 miliardi di euro, facendo arrivare complessivamente l'impatto della cultura e della creatività a 252 miliardi di euro, con una incidenza sull'intera economia pari al 15,8%. Ora, dice Realacci, "L'Italia deve essere protagonista di un nuovo Bauhaus, fortemente voluto dalla commissione europea per rinsaldare i legami tra il mondo della cultura e della creatività e i mondi della produzione e della scienza e della tecnologia orientandoli alla transizione ecologica indicata da Next Generation. L'Italia produce valore e lavoro puntando sulla cultura e sulla bellezza".

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