Ben 700 immagini per ogni singolo
scatto fotografico con una risoluzione di 4.000x6.000 pixel
(70.000x110.000 pixel totali) per offrire un'elaborazione
dettagliata bidimensionale e tridimensionale di un'opera d'arte.
E' stata presentata ad Ancona dall'assessore alla Cultura del
Comune, Paolo Marasca, e dal rettore dell'Università Politecnica
delle Marche, Gian Luca Gregori, l'operazione di
digitalizzazione eseguita dal gruppo di ricerca dell'Università
Distori Heritage sulla Pala Gozzi (Madonna in gloria coi santi
Francesco e Biagio) di Tiziano, dipinto su tavola (312x215cm),
prima opera datata, 1520, e firmata dall'artista, conservato
nella Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona.
Frutto di una convenzione tra la Politecnica e il Comune,
l'iniziativa ha lo scopo non solo di tutelare e valorizzare
l'opera d'arte, ma di renderla fruibile a tutti, offrendone una
copia pressoché perfetta i cui particolari, non visibili ad un
primo sguardo, possono essere ingranditi e scomposti per essere
maggiormente apprezzati e studiati. "Una cosa infatti - ha
precisato Paolo Clini, capo del gruppo di ricerca Distori - è
digitalizzare una tela, altro è farlo scientificamente, un
procedimento in cui l'Italia è più avanti degli altri Paesi
europei, tanto che la città di Parigi ha chiesto la nostra
collaborazione per digitalizzare il suo patrimonio artistico".
Lo storico dell'arte Stefano Zuffi, collaboratore della
Pinacoteca, ricorda la Natività coi santi Lorenzo e Francesco
d'Assisi di Caravaggio, rubata a Palermo nel 1969 a Palermo e
mai ritrovata: "E' stato possibile ricostruirla attraverso le
foto. Se fosse stato digitalizzata ne avremmo avuto una copia
perfetta su cui lavorare". Oltre a 'democratizzare' la fruizione
dell'opera d'arte e ad invogliare chi la guarda a vederla dal
vivo, la digitalizzazione è un'utile strumento per gli studiosi
e i restauratori.
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