Non solo cinema, posto che si voglia credere che sia semplice intrattenimento. Il festival di Cannes si mette alla testa del cambiamento, magari per opportunità, fiuta l'aria del tempo e sembra che il tema della questione femminile, dal MeToo all'accesso delle donne nell'industria, sia la linea rossa, come si dice da giorni. Dopo la partenza emozionante della cerimonia di apertura, oggi va dritto al tema, con i due film del concorso, entrambi storie di donne, Diamant Brut (Diamante grezzo) di Agathe Riedinger e Pigen Med Nalem (La ragazza con l'ago) di Magnus Von Horn e ancora con il Rendez Vous con la Palma d'oro onoraria Meryl Streep.
E alle 21.30 sulla spiaggia della Croisette, sullo schermo gigantesco del Cinema de la Plage, ad accesso libero si partecipa, come ad una manifestazione, ad un moto di sorellanza con Moi Aussi, Me Too di Judith Godrèche, l'attrice-regista che non solo ha denunciato abusi da minorenne (Benoit Jacquot e Jacques Doillon) ma ha realizzato un film collettivo chiedendo ad altre donne, ben 1000, di raccontare la loro esperienza di sopravvissute. E rimbalza, con smentita del produttore esecutivo del film, Darren Demeter, una notizia pubblicata dal Guardian in cui si riferisce, citando fonti interne del set, di comportamenti inappropriati "da vecchia scuola" di Francis Ford Coppola che torna in competizione con Megalopolis. Non ci sarebbero (ancora) denunce: l'85enne regista americano avrebbe fatto sedere alcune comparse sulle ginocchia e, durante una scena all'interno di un night club, avrebbe cercato di baciare delle ragazze in topless.
C'è la Montee des Marches di Furiosa: A Mad Max Saga di George Miller con Anya Taylor-Joy, la regina degli scacchi che si muove elegante come un cigno ma in uno dei film più attesi di Cannes 2024, oggi Fuori Concorso, deve sopravvivere a molte prove nella Terre Desolate dei tiranni per mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa. A Cannes c'è anche Faye Dunaway ad accompagnare il documentario su di lei, diretto da Laurent Bouzereau. La presidente di Cannes, Iris Knobloch, dice che "le donne sono più ascoltate" e considera "una sfida" anche personale tutto questo. Ha tenuto alla cena di apertura al Palm Beach un discorso molto chiaro in questo senso ad una platea di personalità del cinema tra cui spiccava l'autrice militante Greta Gerwig che guida la giuria che assegnerà la Palma d'oro il 25 maggio.
Non è un caso che il concorso sia cominciato con Wild Diamond della esordiente Agathe Riedinger nel segno del cinema dei Dardenne: Malou Khebizi è l'attrice straordinaria che interpreta Lian, 19 anni nell'era di TikTok e dei soldi da influencer. E sia proseguito con La ragazza con l'ago dello svedese Magnus von Horn, melodramma e horror in bianco e nero ispirato alla vera storia della serial killer danese Dagmar Overbye, anche detta 'creatrice di angeli'. La protagonista nella Copenaghen degli anni '10-'20 si trova a lavorare in una sorta di agenzia di adozione clandestina di bambini di madri indigenti e che invece finiscono uccisi. Un film, ha detto il regista, "in cui volevo esplorare la possibilità di essere buoni all'inferno".
E infine la leggenda Meryl Streep che al Rendez Vous parla della sua carriera, dei cambiamenti per le donne del cinema, della sua ammirazione per le attrici-produttrici come Natalie Portman, Nicole Kidman, Rheese Whiterspon, "io che ho fatto produzione di bambini" alludendo ai suoi 4 figli. "Don't give up, non arrendiamoci. I tempi - dice Streep - sono cambiati almeno in parte. Tom Cruise, credo sia lui, ha il salario più alto, ma tante donne ormai sono star e nell'industria del cinema le dirigenti donne stanno facendo la differenza, incidono sui progetti da realizzare, come produttrici oltre che registe".
Il momento delizioso del giorno è però il racconto di quella che definisce "una scena di sesso": "Robert Redford - dice ricordando l'iconico momento dello shampoo ne La mia Africa di Sidney Pollack - mi massaggiò i capelli bagnandoli nel fiume in un modo così sensuale che posso definirla una scena di sesso tanto fu intima, emozionante. Non c'era del sesso ovviamente, ma toccò la mia testa in un modo che mi fece innamorare".
Una mascolinità muscolare è quella che racconta - in concorso a Un Certain Regard - Roberto Minervini nei Dannati (in sala da domani 16 maggio), il suo primo film di finzione dedicato alla storia di un gruppo di soldati nordisti della Guerra di Secessione.
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