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Via l'Iran dalla Biennale, appello di Satrapi e Moretti

Via l'Iran dalla Biennale, appello di Satrapi e Moretti

La replica: "non accettiamo petizioni". Nuovo caso dopo Israele

ROMA, 28 febbraio 2024, 20:10

di Francesca Chiri

ANSACheck

DA MORETTI A SATRAPI, 'ESCLUDERE L 'IRAN DALLA BIENNALE ' © ANSA/EPA

DA MORETTI A SATRAPI,  'ESCLUDERE L 'IRAN DALLA BIENNALE ' © ANSA/EPA
DA MORETTI A SATRAPI, 'ESCLUDERE L 'IRAN DALLA BIENNALE ' © ANSA/EPA

Prima era l'aggressione russa all'Ucraina ora c'è la questione palestinese e, tuttora irrisolto, il nodo della repressione della rivolta delle donne in Iran, degli artisti dissidenti e indipendenti e, comunque, di tutto il "popolo iraniano perseguitato". La Biennale di Venezia torna ad essere "palco" da cui la comunità artistica internazionale lancia le sue battaglie sociali e si schiera prendendo posizione su conflitti e regimi autoritari. Ma a tutti loro l'istituzione risponde esibendo un ormai collaudato protocollo di diplomazia internazionale: tutti i paesi "riconosciuti" dall'Italia possono "in totale autonomia richiedere di partecipare" e la Biennale "non può prendere in considerazione alcuna petizione o richiesta di escludere" presenze. Nel caso specifico di ieri e di oggi quella "di Israele o Iran". L'istituzione culturale annuncia però che neppure quest'anno ci sarà la Russia mentre saranno presenti artisti palestinesi in un progetto degli Eventi Collaterali, scelto ad insindacabile giudizio artistico, dal curatore Adriano Pedrosa. Inoltre artisti palestinesi saranno presenti anche nella 60. Esposizione Internazionale, come risulta dalla lista dei partecipanti diffusa dalla Biennale il 31 gennaio 2024.
    Gli appelli ad escludere artisti provenienti da nazioni contestate da parte delle comunità artistiche si sono riproposti in tutte le più recenti edizioni e configurazioni delle manifestazioni curate dall'organismo culturale.
    E' successo anche all'ultima Biennale del Cinema, a quella dell' Arte del 2022, lo scorso anno a quella dell'Architettura e quest'anno, di nuovo, in previsione della nuova edizione della Biennale Arte 2024.
    Dove a finire nel mirino di migliaia di artisti, istituzioni e enti culturali, è stato prima Israele: "No al Padiglione del Genocidio alla Biennale" hanno sostenuto 8 mila firmatari di un appello indirizzato alla Fondazione della Biennale. Poi è stata invece la volta, quasi per contrappasso, dell'Iran. Woman Life Freedom Europe e Woman Life Freedom Italy, hanno chiesto oggi di escludere dall'esposizione la Repubblica Islamica dell'Iran per dare un "segnale forte e chiaro" alla comunità internazionale, senza farsi "complice di un governo criminale e sanguinario".
    L'appello, per altro già anticipato ad ottobre, ricorda alle istituzioni - non solo quelle in capo alla Biennale ma anche alla premier Giorgia Meloni e ai ministri - che il governo Italiano, "come tanti altri Paesi e istituzioni democratiche, ha preso le distanze e ha evitato gli incontri governativi con il regime iraniano o qualsiasi loro partecipazione ufficiale in Italia". E chiede: "Perché un'importante istituzione come La Biennale di Venezia si presta a legittimare la delegazione di un regime dittatoriale teoretico che da 45 anni censura ogni espressione artistica?". Anche questa richiesta, dopo che quella volta ad escludere Israele è stata respinta al mittente dal ministro della Cultura, è sottoscritta da artisti ed intellettuali, italiani ma anche iraniani. L'hanno firmata l'artista iraniana Shirin Neshat, la regista Marjane Satrapi, l'avvocata Shirin Ebadi - premio Nobel per la pace 2003 - e, tra tanti altri, i registi Marco Bellocchio e Nanni Moretti, gli artisti Joseph Kosuth e Alberto Biasi e musicisti, tra cui Paolo Fresu, registi come Francesca Archibugi, Daniele Luchetti, Paolo Virzì, sceneggiatori e scrittori. "Ora più che mai - affermano i sottoscrittori dell'appello - è necessario prendere una posizione netta e chiara contro il regime della Repubblica Islamica dell'Iran, con chi ha le mani sporche di sangue".
    Ma niente da fare: se partecipare o meno lo decidono "in autonomia" le singole nazioni riconosciute dall'Italia, tanto che la stessa esclusione della Russia dall'esposizione del 2022, ricorda la Biennale, era stata decisa dal Commissario e dal Curatore nominati dal Ministro della Cultura della Federazione Russa, che ha comunicato che non parteciperà neppure alla prossima edizione
   

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