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Caterina Caselli, il talento è un germoglio da nutrire

Caterina Caselli, il talento è un germoglio da nutrire

La produttrice con Paolo Mieli a campus Obiettivo 5

ROMA, 11 marzo 2022, 18:54

di Daniela Giammusso

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Caterina Caselli, il talento � un germoglio da nutrire - RIPRODUZIONE RISERVATA

Caterina Caselli, il talento � un germoglio da nutrire - RIPRODUZIONE RISERVATA
Caterina Caselli, il talento � un germoglio da nutrire - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Era tempo che cercavo un certo tipo di voce. Ero convinta che il bel canto italiano potesse essere apprezzato non solo da noi, ma in tutto il mondo e volevo costruire una sorta di crossover con il pop. Poi un giorno, ero con Gerardina Trovato a Bassano del Grappa in una delle tappe del tour di Zucchero e lo sento intonare Miserere con un altro cantante. Non lo vedevo, ma lo sentivo: era lui quello che cercavo". Così Caterina Caselli racconta una delle sue più celebri scoperte, il talento di Andrea Bocelli, intervenendo oggi con Paolo Mieli nel workshop "Scoprire il talento (ed esercitarlo)" a Obiettivo 5, il campus di formazione di Corriere della sera, con la 27esima Ora, Io Donna e Le contemporanee, organizzato con La Sapienza Università di Roma dedicato alla parità di genere, quinto dei 17 obiettivi dell'agenda Onu 2030. "Il talento pretende, è un germoglio che devi innaffiare con stimoli, incontri, perché possa crescere", spiega ai tanti ragazzi venuti ad ascoltarla. Cantante da hit indimenticabili (una per tutte, Nessuno mi può giudicare), dopo quattro anni in cima alle classifiche, nel 1970 lasciò la ribalta reinventandosi in una sua carriera da talent scout e produttrice musicale e lanciando, tra i tantissimi, anche Elisa, Malika Ayane, Giuni Russo (la sua vita è stata raccontata nel documentario Una vita, cento vite di Renato De Maria, disponibile su Rai Play). "Ma se di talento vogliamo parlare - commenta Mieli - Caterina avrebbe potuto continuare a cantare o campare di rendita, invece si è rimessa in gioco ha accettato una scommessa quasi impossibile in un'Italia che stava completamente cambiando dal punto di vista musicale, dove persino Morandi smise di cantare. E lei la vinse.
    Perché lo ha fatto? Per me per ripagare quel momento in cui qualcuno aveva scoperto lei. Questo è il segreto del talento, saper tornare su quell'attimo in cui qualcuno ti fa notare il tuo. Tutti dovremmo fare attenzione a quell'attimo e riprodurlo nella seconda parte della nostra vita. È un appuntamento che abbiamo".
    "Il mio talent scout? Alberto Carisch al Piper", ricorda lei, citando il produttore che dopo qualche anno sarebbe diventato suo suocero. "Cantare - dice - significa non solo fare i dischi, ma anche andare sul palcoscenico e quella parte del mio lavoro diciamo che non era troppo gradita dalla famiglia", dopo il matrimonio con Piero Sugar. "Ma anche mentre cantavo ho sempre avuto una certa attenzione verso chi vedevo avere talento. Mi piaceva pensare che una certa canzone sarebbe stata adatta all'uno o all'altro. E poi avevo capito di essere cambiata, volevo diventare il 'gradino' per qualcun altro, stare dietro a un artista ed essere il suo compagno di viaggio. Sono stata fortunata perché ero nelle condizioni di poter decidere". Ma come si riconosce il talento? "Io dico spesso che il talento è timido", sorride la Caselli ricordando Elisa quando arrivò da lei neanche diciassettenne. "Capricci? Può capitare che con gli artisti arrivino momenti più difficili. A volte si imputano per difendere le loro idee. L'importante è essere molto leali con loro. Ricordo che Elisa dopo i primi successi voleva fare un disco più British - racconta - L'ho un po' viziata, ma dopo tre mesi a Londra c'era un solo brano. Sua mamma mi telefonò e mi disse: si sente come un delfino in una vasca da bagno. La feci tornare indietro e quel disco lo registrammo a Bologna".
    Cosa evitare invece? " Bisogna sempre ricordare che questo è un lavoro, bello, ma rimane un lavoro - risponde lei - L'artista deve sempre sentirsi al centro del mondo, però deve anche ascoltare chi sa qualcosa in più di lui, perché poi il progetto va inserito nel mercato. Ci sono persone che non accettano consigli né collaborazioni con chi ha più esperienza - prosegue - Invece, il talento va nutrito con nuovi stimoli ed esperienze o si tende a fare sempre la stessa cosa. Aprirsi agli altri significa ampliare la propria creatività. Ecco, un artista deve avere intorno persone che possano stimolarlo. E non deve mai perdere il coraggio, anche di sperimentare. A volte, invece, vedo che manca un po' di questo coraggio".
   

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