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De Alessandri, la cultura vince con proattività e innovazione

De Alessandri, la cultura vince con proattività e innovazione

ROMA, 17 febbraio 2022, 21:35

Di Daniela Giammusso

ANSACheck

La casina Valadier a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

La casina Valadier a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA
La casina Valadier a Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSA) - ROMA, 17 FEB -

 

DE ALESSANDRI (ANSA) LA CULTURA VINCE CON PROATTIVITA' E INNOVAZIONE

" La cultura fa fatica a trovare spazio all'interno della dieta mediatica, ma se c'è proattività e innovazione poi i risultati si vedono". A dirlo, amministratore delegato dell'Agenzia Ansa, Stefano De Alessandri, intervenendo questa sera all'ultimo dei tre "Incontri ad Arte" alla Casina Valadier dedicato al Rapporto tra innovazione, comunicazione e patrimonio culturale." Come prima agenzia di stampa italiana distribuiamo circa 3000 notizie al giorno-spiega l'ad - Ovviamente il palinsesto non lo facciamo noi, ma la vita, le guerre che speriamo non scoppino, la pandemia. La cultura fa spesso fatica a trovare spazio in questo flusso, ma - racconta-proprio durante la pandemia, al netto dei fatti legati all'emergenza, due notizie hanno ottenuto un ranking altissimo, entrambe legate agli scavi di Pompei. La prima quando furono ritrovati i due fuggiaschi e la seconda per il bancone del fast-food. Vuol dire che quando una notizia di cultura di un certo spessore viene data nel modo giusto il risalto c'è". Ma la cultura ha "vinto" nella pandemia anche quando, davanti alla interruzione delle attività teatrali e degli enti lirici, "c'è stato chiesto di mettere a disposizione il nostro sito gratuitamente per la realizzazione di spettacoli che non avrebbero generato un incasso, ma avrebbero consentito alle maestranze di continuare a lavorare. Siamo stati sommersi da un tale numero di richieste che non siamo riusciti a esaudirle tutte. La grande soddisfazione è stata però che la Rai e Sky ci hanno immediatamente seguito". Terzo successo, quando, con le librerie ancora chiuse, " Abbiamo ospitato una serie di forum con il presidente dell'Aie Riccardo Levi e tutti gli editori", accogliendo i loro appelli. " È stato importante-dice-perché poi il 2020 è diventato un anno straordinariamente positivo per il mondo dei libri, con le persone chiuse in casa che non avevano nulla da fare. Tutto questo per dire che la cultura fa fatica a trovare spazio all'interno della dieta metà mediatica però se c'è proattività e innovazione poi i risultati si vedono". Ma "la pandemia - conclude - in qualche modo ci ha anche aiutato: il nostro sito nel periodo del primo lockdown ha triplicato gli accessi".
    Inoltre, per combattere la diffusione di notizie false o verosimili spacciate per notizie Ansa, "per primi abbiamo sperimentato la certificazione in block chain di tutte le notizie che diamo. questo non vuol dire che siano vere, ma che le abbiamo date noi. Per un po', dopo che abbiamo iniziato, non è successo nulla. Ora piano piano ci stanno seguendo anche altri. Fino a una ricerca di qualche mese fa di Gartner negli Stati Uniti che ha dichiarato che entro il 2026 il 30% dei media americani dovranno introdurre un sistema di certificazione delle notizie come quello adottato da Ansa". 
  

BOCCARDELLI (LUISS) IN ITALIA LA CULTURA GENERA ANCORA POCO PIL l

“Questo è il Paese con il maggior numero di siti Unesco. In Europa il valore della ricchezza creata dal patrimonio culturale genera il 4% del Pil. In Italia, il 5,9%, ma è ancora poco rispetto al nostro potenziale”. A dirlo, Paolo Boccardelli, della LUISS Business School, intervenendo questa sera all’ultimo dei tre “Incontri ad Arte” alla Casina Valadier dedicato al Rapporto tra innovazione, comunicazione e patrimonio. “È incredibile - dice - ma secondo l’Istat prima della pandemia, solo il 60% dei musei aveva un sito web. Bisogna mobilitare questo nostro grande patrimonio, incanalare le energie positive che ci sono”.  

 

SANDRETTO RE BAUDENGO, LE OPERE VANNO VISSUTE

- “Non possiamo pensare che oggi non ci sia più necessità di vedere le opere dal vivo dentro a un museo o che basti mettere un’opera online. Gli spazi digitali non possono sostituire l’esperienza dal vivo e per questo noi non abbiamo imboccato la strada dei tour virtuali. Usiamo però il digitale moltissimo per promuovere le mostre, ad esempio, con post sui social”. A raccontarlo, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente della Fondazione Re Rebaudengo, intervenendo questa sera all’ultimo dei tre “Incontri ad Arte” alla Casina Valadier dedicato al Rapporto tra innovazione, comunicazione e patrimonio culturale.“ Siamo stati poi - prosegue - i primi ad adottare un linguaggio trasversale, anche con una cifra ironica, su tutti nostri canali per attuare più pubblici diversi e non solo addetti ai lavori. Per diffondere l’arte, soprattutto contemporanea, bisogna poi che le opere le opere escono dagli spazi deputati. Bisogna portarli tra la gente, anche in nei siti rurali e nei borghi. Noi lo facciamo a Guarene con il Parco d’arte di San Nicelio e poi a Torino con il Bosco degli artisti fuori alla nostra sede o al Parco del Valentino con un progetto che abbiamo realizzato sulla memoria collettiva per il quale abbiamo invitato gli artisti a riflettere su temi come il post colonialismo o i processi di costruzione di identità nazionale“.

FRANCESCA CAPPELLETTI, IL DIGITALE DEVE RISPETTARE LA NATURA DEI MUSEI

 Allo scoppio della pandemia “ci siamo ritrovati con le porte chiuse ma davanti alla necessità di aprire Il museo in maniera diversa, di renderlo accessibile con il digitale. Ma per me la tecnologia deve rispettare la storia dei luoghi”. A dirlo, Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese a Roma, intervenendo questa sera all’ultimo dei tre “Incontri ad Arte” alla Casina Valadier dedicato al Rapporto tra innovazione, comunicazione e patrimonio culturale.“Penso alla conversazione - spiega - L’abbiamo inventata noi italiani nelle corti del 500. Non c’erano opere d’arte senza conversazione, probabilmente neanche committenza. Si doveva poter discutere davanti alle opere”. Fondamentale dunque l’esperienza e la comunicazione per capire le opere e i loro contesti. “La comunicazione-dice-deve avere una base fortissima dei luoghi Dell’arte. Nella pandemia ci siamo confrontati con il problema di non poter avvicinare le opere. Anche per questo abbiamo potenziato la ricerca e arricchito tantissimo il nostro sito online con vere e proprie schede scientifiche ad accompagnare le immagini dei nostri dipinti e sculture. Siamo stati anche i primi a sperimentare un modello bim del nostro edificio che ci servirà in futuro per gestire temi come la conservazione e il restauro delle opere, ma anche la manutenzione e la ricerca. Grazie a questo modello, poi, abbiamo scoperto alcuni dettagli di affreschi che non avevamo mai visto neanche noi“.

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