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Processo Impagnatiello, Il padre di Giulia: 'L'assassino marcisca in galera'

Processo Impagnatiello, Il padre di Giulia: 'L'assassino marcisca in galera'

In aula la mamma Loredana scoppia in lacrime

MILANO, 11 aprile 2024, 22:22

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Mi ha raccontato tutto, delle cose assurde". Sono queste le ultime parole di Giulia Tramontano, inviate a un'amica in un messaggio vocale il 27 maggio 2023, poche ore prima che il compagno Alessandro Impagnatiello la uccidesse. L'audio, in cui la 29enne raccontava dell'incontro con la donna con cui il fidanzato aveva una relazione parallela, è stato fatto sentire stamani in aula. "Di tutto mi ha raccontato. Sono scioccata dalla vita che conduceva, dalle cose che ha fatto e mi ha detto". Quando è stata fatta partire la voce della figlia, la mamma Loredana, presente al processo con il marito Franco, è scoppiata in lacrime.

"Con il sorriso e la bontà d'animo hai illuminato la vita di chi ti era vicino. Il tuo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori, la tua luce continuerà a brillare nel cielo e il vento ci porterà il tuo profumo. Giulia, chiederemo giustizia per voi senza mai arrenderci. Il vostro assassino deve marcire in galera". Così Franco Tramontano, il papà di Giulia, in una storia su Instagram nel giorno della nuova udienza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, accusato di avere ucciso la fidanzata incinta di sette mesi con 37 coltellate. "Lo grideremo ogni giorno - scrive sui social la mamma Loredana Femiano -, giustizia". 

Video Omicidio Tramontano, 'Giulia era pronta a vivere autonomamente'

 

Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso con 37 coltellate la fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, sarà interrogato in aula il prossimo 27 maggio, esattamente un anno dopo l'omicidio avvenuto nell'appartamento della coppia a Senago, in provincia di Milano. La Corte di Assise ha poi fissato un'udienza per il 23 dello stesso mese, quando saranno sentiti gli ultimi testimoni dell'accusa, e il 10 giugno per quelli della difesa.

Nella seconda parte dell'udienza di oggi è stata ascoltata anche la testimonianza di una vicina di casa, che ai tempi abitava al piano di sopra della palazzina di via Novella a Senago. Rispondendo alle domande del pm Alessia Menegazzo e dell'aggiunto Letizia Mannella, la teste ha spiegato di aver visto della "cenere" fuori dall'appartamento della coppia il giorno dopo l'omicidio. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, l'imputato ha infatti tentato per due volte di bruciare il corpo di Giulia, prima nella vasca da bagno e poi in garage.

Video La difesa di Impagnatiello: 'Ricerche online le fanno tutti, non dimostrano niente'

 

E' stato sentito oggi anche il commesso di una ferramenta di Senago, che ha raccontato di avere venduto un carrellino, probabilmente quello usato per trasportare il corpo della donna, a un ragazzo che indossava "una felpa e un cappello" e che si era presentato in cassa "con la testa bassa".
   

In aula gli sms di Giulia al barman, 'non mi fiderò mai di te'

Commentando in aula le chat tra Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello nelle settimane antecedenti all'omicidio, il comandante dei carabinieri Gianluca Bellotti ha sottolineato oggi in udienza che "Giulia era stanca, era arrabbiata. Voleva troncare la relazione". I messaggi sono stati mostrati nell'aula del palazzo di Giustizia di Milano, dove è in corso davanti alla Corte d'Assise il processo a carico dell'ex barman.

Soltanto due giorni prima del delitto, la 29enne, incinta al settimo mese, scriveva al compagno che non aveva più intenzione di "combattere e vivere una vita non soddisfatta al fianco della persona sbagliata. Non ho fiducia in te - gli diceva - e non ne avrò mai". E ancora, "Saluta Thiago, lo vedrai col binocolo". I messaggi successivi al 27 maggio -, giorno dell'omicidio avvenuto nell'abitazione di Senago, in provincia di Milano -, sarebbero stati inviati dal 30enne nel tentativo di simulare un allontanamento volontario della fidanzata.

A quattro giorni dall'omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello era "assolutamente collaborante e anche freddo". A descriverlo così è il comandante della sesta sezione del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, Gianluca Bellotti, testimone oggi al processo a carico dell'ex barman davanti alla Corte di Assise di Milano.

Il 31 maggio 2023, poche ore prima del rinvenimento del corpo della 29enne incinta di sette mesi, Impagnatiello "è venuto nel nostro ufficio e ci ha consegnato il telefono, era molto disponibile anche alle nostre richieste del pin e delle password. Si è mostrato freddo, non agitato". Uno stato d'animo che avrebbe mantenuto, secondo la testimonianza, anche quando gli è stata notificata l'informazione di garanzia, per cominciare "a vacillare" soltanto qualche ora dopo.

Rispondendo alle domande del pm Alessia Menegazzo, Bellotti ha poi aggiunto che intorno alle 20 dello stesso giorno Impagnatiello ha avuto "quasi un piccolo crollo, come se avesse capito che noi eravamo a conoscenza di tutta la realtà. Quella freddezza, quella serenità e quella calma che lo avevano contraddistinto, hanno vacillato".

Giulia è stata uccisa lo scorso 27 maggio nell'abitazione della coppia a Senago nel Milanese, dopo aver scoperto della relazione parallela del fidanzato con una collega di lavoro. Il giorno seguente, lo stesso impagnatiello ne aveva denunciato la scomparsa, simulando un allontanamento volontario.

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