La procura di Cagliari ha chiuso
l'inchiesta, aperta nel 2023, sulla compravendita di una
proprietà dell'ex governatore Christian Solinas e sulla nomina
di Roberto Raimondi alla direzione generale dell'autorità di
gestione del programma Eni-Cbc bacino del Mediterraneo. Sette
complessivamente gli indagati con le ipotesi di reato di
concorso in corruzione, falso e turbativa d'asta. Nel gennaio
scorso, a pochi giorni dalla presentazione dei candidati alle
regionali del 25 febbraio, la Guardia di finanza aveva eseguito
un sequestro cautelare di beni e immobili per un valore di circa
350mila euro nei confronti di Solinas e delle altre persone
coinvolte nelle indagini. Ora per gli indagati si profila la
richiesta di rinvio a giudizio.
Nel primo filone dell'inchiesta con l'ex presidente della
Regione sono indagati l'imprenditore Roberto Zedda e il
consigliere regionale Nanni Lancioni (Psd'Az). L'indagine
riguarda la compravendita da parte di Zedda di una proprietà di
Solinas a Capoterra e poi il successivo acquisto di una casa da
parte di Solinas vicino al Poetto di Cagliari. Per gli
inquirenti, Zedda avrebbe ottenuto in cambio una fornitura di
termoscanner e la prosecuzione della fornitura di software e
hardware nell'ambito del project financing di Nuoro. L'immobile
in questione avrebbe avuto un valore di 72mila euro, ma il
prezzo finale promesso sarebbe stato di 550mila, dei quali
versati 375mila. Per gli inquirenti, la differenza di 303mila
euro sarebbe una tangente.
Il secondo filone è invece incentrato su presunte pressioni
per la nomina di Raimondi al vertice dell'Enpi legata, secondo
l'ipotesi della procura, alla promessa di una laurea ad honorem
di un'università albanese. Sono sotto accusa anche l'allora
consulente di Solinas, Christian Stevelli, il rettore
dell'università di Tirana Arben Gjata e il direttore generale
della E-Campus Algonso Lovito.
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