Due naufragi che fanno temere un bilancio di circa 200 vittime hanno segnato l'ennesimo weekend di partenze massicce di disperati dalle coste libiche a bordo di gommoni fatiscenti. Il nuovo modus operandi dei trafficanti di uomini lo raccontano le testimonianze dei salvati: gli scafisti, arrivati al largo della Libia, tolgono i motori ed abbandonano alla deriva i natanti. Intanto, il Viminale fa i conti con l'accoglienza: in 43.245 sono già sbarcati nel 2017, il 38% in più dell'anno record, il 2016, che fece contare 181mila arrivi.
Nigeriani, bengalesi e guineani i più numerosi, mentre riprende il flusso di siriani. Il primo naufragio tre giorni fa, quando un gommone si è rovesciato dopo aver imbarcato acqua. I superstiti - hanno riferito una volta sbarcati a Pozzallo (Ragusa) dopo esser stati soccorsi da un mercantile danese - sono riusciti a sopravvivere in acqua per molte ore restando aggrappati al natante. Un'ottantina - tra cui lo scafista - non ce l'ha fatta. La procura ha aperto un'inchiesta per naufragio colposo.
L'Oim ha poi dato notizia di un nuovo disastro, di proporzioni ancora maggiori: almeno 113 persone disperse in mare dopo l'affondamento di un gommone ieri al largo di Al Zawiyah. Guardia costiera libica ed alcuni pescatori sono riusciti a salvare solo sette persone, sei uomini e una donna. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, raccolte da Oim Libia, sul gommone si trovavano 120 persone tra cui 30 donne e 9 bambini. E le navi dei soccorritori dirette in vari porti del Sud Italia rivelano altre storie tragiche: oggi attracca a Salerno la nave di Frontex Siem Pilot con a bordo 900 persone ed il cadavere di un bimbo di appena tre anni.
Sulla Vos Hestia di Save the children arrivata ieri a a Vibo Valentia anche 12 donne incinte, 39 minori soli, diversi casi di scabbia ed uno di grave denutrizione; si sospetta inoltre un affetto da tubercolosi. Un neonato - arrivato a Lampedusa sulla nave della Ong Open Arms, insieme a circa 500 migranti salvati nel Canale di Sicilia - è stato trasferito in elisoccorso ad Agrigento per una grave crisi respiratoria. A bordo anche - secondo il racconto di testimoni - un neonato portato dal padre dopo che la madre è morta di parto su una spiaggia libica. Tanti arrivi, dunque, concentrati - come spesso avviene - nel fine settimana e che la macchina dell'accoglienza fatica a gestire ed a dislocare.
Questo perchè il piano dell'accoglienza diffusa - promosso da Viminale ed Anci - non decolla. Tanti sindaci - specie in questo clima pre-elettorale - rifiutano di infatti ospitare la loro quota di migranti, mettendo in crisi i prefetti, cui spetta distribuire le persone man mano che sbarcano. Il Viminale ha tarato l'accoglienza fino a 200mila persone, quota che se gli arrivi proseguono con questo ritmo, sarò presto superata. Potrebbe così partire un'indicazione ai prefetti di reperire soluzioni di ospitalità autonomamente, se i Comuni non collaborano.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA