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Istat: matrimoni in lieve aumento, prima volta dal 2008

Istat: matrimoni in lieve aumento, prima volta dal 2008

Tra il 2008 e il 2014 erano diminuiti di circa 10 mila l'anno

ROMA, 14 novembre 2016, 14:57

Redazione ANSA

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Lo scambio degli anelli durante una cerimonia nuziale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo scambio degli anelli durante una cerimonia nuziale - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo scambio degli anelli durante una cerimonia nuziale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Matrimoni in aumento in Italia, ed è la prima volta dal 2008. Nel 2015 sono state celebrate in Italia 194.377 nozze, circa 4.600 in più rispetto all'anno precedente. A renderlo noto è l'Istat il quale certifica che nel periodo 2008-2014 i matrimoni sono diminuiti in media al ritmo di quasi 10.000 all'anno. La durata media del matrimonio al momento della separazione è di circa 17 anni. Negli ultimi vent'anni è raddoppiata la quota delle separazioni dei matrimoni di lunga durata, passando dall'11,3% del 1995 al 23,5%. 

L'aumento dei matrimoni sembra proseguire e rafforzarsi anche nel 2016. I dati provvisori riferiti al periodo gennaio-giugno 2016 mostrano 3.645 celebrazioni in più rispetto allo stesso periodo del 2015. La ripresa della nuzialità è diffusa su tutto il territorio. Gli incrementi maggiori si sono registrati in Piemonte (+8,1%) e in Sicilia (+6,4%). In controtendenza, il Molise, la Puglia e l'Umbria: in queste regioni, infatti, le nozze continuano a diminuire.

Istat registra anche un aumento anche delle prime nozze tra sposi di cittadinanza italiana: 144.819 celebrazioni nel 2015 (circa 2.000 in più del 2014), mentre dal 2008 al 2014 erano diminuite di oltre 40.000 (il 76% del calo complessivo delle nozze osservato nello stesso periodo). L'Istituto di statistica, pur evidenziando che la primo-nuzialità è un indicatore di rilievo per lo studio dei comportamenti di formazione delle famiglie, sottolinea tuttavia come un solo anno di osservazione e l'entità contenuta dell'aumento registrato nel 2015 non consentono di parlare di ripresa. La diminuzione dei primi matrimoni è in atto da oltre quarant'anni e la sua accelerazione negli anni più recenti è dovuta, in parte, ad un "effetto struttura", legato al cambiamento nella composizione della popolazione per età.

La prolungata diminuzione delle nascite, che dalla metà degli anni Settanta e per oltre 30 anni ha interessato l'Italia, ha infatti determinato una netta riduzione della popolazione nella fascia di età in cui i primi matrimoni sono più frequenti, quella tra 16 e 34 anni. Nel 2015 i giovani di cittadinanza italiana 16-34enni sono circa 10 milioni e 500.000, oltre 1 milione e 500.000 in meno rispetto al 2008. Questi effetti strutturali continueranno in futuro - spiega Istat - ad agire nella direzione della contrazione del livello della nuzialità. Allo stesso tempo cresce ulteriormente l'età degli sposi alle prime nozze: gli sposi celibi hanno in media 35 anni e le spose nubili 32 (entrambi quasi due anni in più rispetto al 2008). Questi dati suggeriscono che il lieve aumento della primo-nuzialità del 2015 sia in parte attribuibile al "recupero" di parte della consistente posticipazione delle nozze messa in atto negli ultimi anni, forse anche condizionata dal prolungarsi della crisi economica.

Boom divorzio breve, nel 2015 + 57% rispetto 2014 - E' boom del "divorzio breve": l'introduzione di due normative in materia di separazioni e scioglimenti coniugali ha fatto registrare nel 2015 un consistente aumento del numero di divorzi, che ammontano a 82.469 (+57% sul 2014). Più contenuto è l'aumento delle separazioni, pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014). Lo rende noto l'Istat il quale ricorda che nel 2015 si sentono per la prima volta gli effetti di due importanti variazioni normative. La prima è la legge n. 132/2014, entrata in vigore alla fine del 2014, che si pone l'obiettivo di semplificare l'iter delle procedure di separazione e divorzio consensuali prevedendo la stipula di accordi extragiudiziali. In applicazione di queste norme, nel 2015, sono stati definiti presso gli Uffici di stato civile 27.040 divorzi (pari al 32,8% del totale dei divorzi del 2015) e 17.668 separazioni (pari al 19,3% sul totale delle separazioni). Questi procedimenti si sono sommati ai procedimenti conclusi presso i tribunali (rispettivamente pari a 55.429 per i divorzi e 74.038 per le separazioni) facendo lievitare sensibilmente l'entità del fenomeno e, soprattutto, i divorzi.

Al boom dei divorzi ha contribuito anche una seconda variazione normativa, la come Legge sul "divorzio breve", entrata in vigore a metà 2015, che ha accorciato drasticamente (da tre anni a sei mesi nei casi di separazioni consensuali o a un anno nei casi di separazioni giudiziali) il periodo che deve intercorrere obbligatoriamente tra il provvedimento di separazione e quello di divorzio. Sempre Istat certifica che la durata media del matrimonio al momento della separazione è di circa 17 anni. Negli ultimi vent'anni è raddoppiata la quota delle separazioni dei matrimoni di lunga durata, passando dall'11,3% del 1995 al 23,5%. All'atto della separazione i mariti hanno mediamente 48 anni e le mogli 45 anni. La propensione a separarsi, infine, è più bassa e stabile nel tempo nei matrimoni celebrati con il rito religioso.

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