''Auspico che ora, che si è
arrivati a un testo di legge, la politica trovi finalmente un
punto d'arrivo per regolamentare la questione 'acqua', fare
chiarezza e dare al cittadino siciliano le risposte che chiede
da anni''. Lo dice l'arcivescovo di Agrigento, cardinale
Francesco Montenegro in una nota in cui rivendica il diritto di
tutti all'acqua.
''Constato - dice - la violazione di questo diritto. Mi
preoccupa il fatto che non pochi hanno difficoltà ad assicurarsi
la fruibilità di un bene che è di tutti, tanto da restarne
completamente privi nel caso non siano in grado di pagare il
dovuto. Lo Statuto della Regione Siciliana all'art. 14
considera l'acqua come '0Bene pubblico non assoggettabile a
finalità lucrative, quale patrimonio da tutelare, in quanto
risorsa pubblica limitata, essenziale ed insostituibile per la
vita e per la comunità, di alto valore ambientale, culturale,
sociale'. Ancora, la Rrsoluzione approvata dall'Assemblea
Generale dell'ONU il 28 luglio 2010 rimarca che la disponibilità
e l'accesso all'acqua potabile e all'acqua necessaria per il
soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto
umano, individuale e collettivo non assoggettabile a ragioni di
mercato''.
''Tutti - conclude - abbiamo seguito con attenzione il dibattito
socio politico che in questi mesi ha tenuto alta l'attenzione
nella nostra regione e nella provincia di Agrigento. Ognuno, a
vari livelli e a vario titolo, ha cercato di portare un
contributo in un ambito quanto mai nebuloso e confuso. Non
sempre si è riusciti e talvolta le varie posizioni hanno cozzato
tra loro creando ulteriore confusione e disorientamento''.
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