Mentre si sta lavorando ad un
provvedimento per estendere "oltre i sei mesi" il limite
temporale, per le persone guarite da Covid-19, per poter fare
una dose unica di vaccino, come ha annunciato il sottosegretario
alla Salute Andrea Costa a 'Radio Anch'io', c'è molta
preoccupazione tra medici, infermieri ed operatori sanitari in
genere, i quali avendo completato le dosi di vaccino, ormai da
alcuni mesi, si avviano alla scadenza della copertura vaccinale.
Per coloro che sono stati colpiti dal Covid-19, la norma attuale
prevede un'unica dose somministrata entro i sei mesi
dall'infezione, superati i quali ne vanno fatte due. Ma dal
fronte degli ospedali arriva una forte preoccupazione: i
sanitari sono stati tra i primi ad essere sottoposti al vaccino
e proprio a loro scadrà quanto prima la copertura, dunque
saranno i più esposti al rischio contagi. Le regole stabilite
dal Parlamento europeo fissano a 9 mesi la durata del green pass
dopo la seconda dose di vaccino e 6 mesi per chi è guarito dal
Covid. "In effetti siamo davanti a un problema di carattere
burocratico e a una questione di natura strettamente sanitaria -
spiega il professore Antonio Cascio, direttore dell'unita' di
malattie infettive del Policlinico di Palermo -. Perché il green
pass ha una scadenza precisa e quindi se scade viene in qualche
modo impedita la libertà di movimento delle persone. Ma inoltre
- sottolinea Cascio - si pone il problema della possibilità che
gli operatori sanitari, certamente molto più esposti a rischi di
contagio, possano in qualche modo infettarsi quando la copertura
vaccinale sarà più debole".
Nel frattempo, si attende il via libera dell'Aifa e del
ministero della salute alla somministrazione della terza dose.
"A mio giudizio è possibile inoculare la terza dose a distanza
di 11-12 mesi dalla prima, resta il problema aperto di quanti
ancora non hanno ricevuto la prima dose e non sono pochi in
Sicilia", conclude l'infettivologo.
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