Il libro "Massimo Garau, la vera
storia del naufragio", (edizioni Libridine, pagine 268, 19 euro)
scritto da Gaspare Bilardello, imprenditore e genero
dell'armatore Giuseppe Quinci da tutti chiamato "Pino Mazara",
morto nel 2017, che fu il proprietario dell'imbarcazione
attrezzata per la pesca oceanica, iscritta al compartimento
marittimo di Mazara del Vallo, sarà presentato domani pomeriggio
alle ore 18:30 alla Libreria del Mare a Palermo. Interverranno
l'editore Francesco Sferlazzo e il titolare della libreria
Maurizio Albanese. Nella sciagura, raccontata nel volume
avvenuta la sera del 16 febbraio 1987 nel mar Mediterraneo
morirono 19 marinai quattro italiani e quindici africani,
regolarmente imbarcati e dipendenti della societa' armatrice
proprietaria della nave. "Da quando ho terminato il lavoro di
scrittura del libro nel marzo del 2022 e dopo averlo presentato
in molte città italiane segnalo con soddisfazione che è
accresciuta significativamente la curiosità attorno a questa
narrazione - afferma l'autore - Contestualmente aggiungo che
altre verità importanti sono emerse in quest'ultimi mesi, oltre
a quelle già trattate nel libro, che avvalorano sempre più le
ragioni del mio scrivere e nel continuare in quella che si
configura oramai per me come una vera e propria missione".
"Questo e' un lungo racconto, ricorda Nicola Cristaldi nella
prefazione al volume, "in cui scorrono fatti e ipotesi, fantasie
popolari che uccidono la verita' qualunque essa sia". Gia'
perche' sull'affondamento del peschereccio sono state avanzate
tante teorie. Dopo diversi mesi dalla scomparsa, tra congetture
sospetti, illazioni, ricostruzioni fantasiose, la barca da pesca
viene individuata ad 83 metri di profondita' , adagiata sul
fondale marino tra Tunisi, e l'isola di Pantelleria, e solo dopo
dieci anni riportata in superficie. Nella vicenda si delinea,
inesorabilmente, come in molti altri misteri italiani, l'ombra
del depistaggio. Anche Paolo Borsellino, allora procuratore
indago' sul mistero.
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