"La lotta contro la mafia
significa affermare il lavoro con diritti, affermare la
realizzazione delle persone, a partire dai giovani. Vuol dire
anche cambiare quel modello sociale ed economico che si è
affermato in questi anni, che ha prodotto un modello di impresa
fatto sullo sfruttamento, sul sub-appalto, sulla riduzione dei
diritti. Per noi, la lotta alle mafie è innanzitutto una lotta
per affermare i principi e i valori della nostra Costituzione, e
non abbiamo nessuna intenzione di fermarci fino a quando non
abbiamo ottenuto quel risultato". Così Maurizio Landini,
segretario generale della Cgil parlando ai giornalisti alla
cerimonia di scopertura del murale dedicato a Pio La Torre, il
segretario del Pci ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982, a
Palermo.
"Oggi - ha aggiunto Landini - ho l'onore di inaugurare questo
importante murale, perché credo che l'esempio di una persona
come Pio La Torre, sindacalista e dirigente politico, ha reso
evidente cosa significa battersi per affermare gli ideali di
libertà, di emanciparsi al lavoro e di avere il coraggio di
mettere a repentaglio la propria vita per tutti noi. Essere oggi
in tanti, in una scuola, significa guardare al futuro. Questa
giornata non parla solo a Palermo ma a tutta Italia, e dà
un'idea del fatto che la battaglia contro le mafie, per la
democrazia, ha un valore nazionale", ha concluso il segretario
della Cgil.
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