"Lascia davvero sbigottiti che,
dopo tutto quello che è accaduto nella nostra terra, dopo gli
omicidi di esponenti istituzionali per mano mafiosa, dopo le
stragi, la politica non abbia ancora preso coscienza della
necessità di tenere alta la vigilanza per scongiurare le
infiltrazioni mafiose, cominciando da una scelta oculata dei
candidati". Lo dice Maria Falcone, presidente della Fondazione
Giovanni Falcone e sorella del magistrato ucciso a Capaci, dopo
l'arresto per voto di scambio di un candidato all'Ars dei
Popolari Autonomisti. Ieri, a Catania, era finita ai domiciliari
un'altra candidata alle regionali di Fdi, accusata di
corruzione.
"E' evidente che Cosa nostra punta ai fondi del Pnrr, se non
ce lo avessero detto gli investigatori, ce lo direbbero le
intercettazioni - prosegue - L'antimafia proclamata, che grida
al rischio che le mani dei clan arrivino ai fondi europei non
serve se poi nei luoghi in cui si prendono le decisioni i
partiti mandano persone che non sono più che specchiate".
"Spiace infine - conclude Maria Falcone - che dopo i
gravissimi episodi degli ultimi due giorni le reazioni della
politica siano state rare e blande. Non voglio pensare che ci si
stia assuefacendo a un ritorno al passato più buio della nostra
Sicilia".
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