La Corte d'appello di
Caltanissetta ha condannato il ministero della Salute al
pagamento dei danni a un 48enne che, nel 1974, quando aveva sei
mesi, aveva contratto la poliomielite, che gli ha procurato
l'immobilità permanente di una gamba, dopo la somministrazione
dell'allora vaccino 'Sabin Opv' che la doveva prevenire, che è
stato poi sostituito poi col 'Salk Ipv'.
La causa è stata intentata nel 2014 dopo che l'uomo aveva
appreso da organi di stampa di un caso simile al suo e si era
rivolto alla 'Atem no profit', associazione, con sedi a
Catania, Enna e Troina, che tutela gli epatopatici e i malati
danneggiati prestando assistenza e consulenza gratuita.
Nel 2020 il Tribunale di Enna ha accolto la domanda dell'uomo,
assistito dall'avvocato Silvio Vignera, riconoscendo "il nesso
di causazione" tra la patologia e la somministrazione del
vaccino 'Sabin' come "risulta già accertato dalla Commissione
medico-ospedaliera" che lo aveva sottoposto a visita. La
sentenza ha anche confermato il costante principio riguardante
l'epoca dalla quale decorre il termine di prescrizione del
diritto, ribadendo che nel 1974 non si conoscevano, nemmeno in
ambito sanitario ospedaliero, ancora casi di "poliomielite
paralitica associata a vaccino" (Vapp) come conseguenza
dell'antipolio Sabin Opv. I primi casi sono stati resi pubblici
dal ministero della Salute alla fine degli anni Novanta e tra il
1999 e il 2002 le dosi di vaccino Sabin Opv furono sostituite
il Salk Ipv.
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