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Mafia: sequestrati beni per un milione di euro nel Messinese

Mafia

Mafia: sequestrati beni per un milione di euro nel Messinese

Dopo accertamenti della Guardia di finanza su due indagati

MESSINA, 12 gennaio 2021, 10:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito due decreti di sequestro di beni, per un valore complessivo di un milione di euro, emessi dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Messina su richiesta della Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia.
    L'operazione nasce da indagini economico-patrimoniali condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina nei confronti di due pregiudicati: Dmenico Ofria e Salvatore Pietro Sterrantino.
    In particolare, l'attività delle Fiamme Gialle è consistita nella individuazione del patrimonio, mobiliare e immobiliare, riconducibile ai due indagati, accumulato in assenza di fonti di reddito lecite. Si tratta di immobili della zona residenziale di Barcellona Pozzo di Gotto, un fabbricato a Giardini Naxos e saldi di conti correnti bancari.
    Ofria è un pregiudicato mafioso di 50 anni, ritenuto elemento di spicco del clan mafioso dei "barcellonesi" e coinvolto nell'inchiesta Mare Nostrum. Gli accertamenti svolti dai militari del G.I.C.O. hanno accertato che i redditi dichiarati derivavano da un'impresa formalmente intestata a un prestanome, in realtà controllata dal fratello, anche lui uomo d'onore della stessa cosca. Gli inquirenti parlano di un'impresa mafiosa che si sarebbe avvalsa della forza di intimidazione derivante dall'appartenenza a Cosa nostra per "sbaragliare la concorrenza, inserendosi in settori economici particolarmente proficui, quali quello dello smaltimento dei rifiuti". Nei locali della ditta, inoltre, secondo gli investigatori, si sarebbero svolti gli incontri tra i vertici del gruppo criminale. L'altro indagato colpito dal sequestro, Sterrantino, è un pregiudicato di Giardini Naxos di 64 anni condannato per usura e per concorso in concussione aggravata dal metodo mafioso. Avrebbe intascato una tangente di 2mila euro da un imprenditore edile per accelerare le procedure burocratiche relative al pagamento degli stati di avanzamento lavori di opere che stava realizzando al cimitero di Giardini di Naxos.
   

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