Non ci sarà alcun processo sul
maxi rogo - il più esteso mai registrato in Sardegna - che tra
il 24 e il 25 luglio del 2021 devastò 13mila ettari del
Montiferru, nell'Oristanese, distruggendo aziende agricole e
abitazioni. La giudice del Tribunale di Oristano Federica
Fulgheri ha infatti accolto la richiesta di archiviazione
presentata dalla pm Sara Ghiani, che coordinò l'inchiesta.
Delusi gli avvocati - Sandra Sassu, Gianfranco Cubadde,
Roberto Dau e Giuseppe Piras, Maria Serena Contini e Rafaele
Cocco - che per conto di residenti e imprenditori pesantemente
danneggiati dall'incendio avevano chiesto un supplemento di
indagini ritenendo erronea e non condivisibile la richiesta di
archiviazione avanzata dalla Procura. Nella sua memoria la pm
aveva concluso che le indagini e gli accertamenti tecnici
indicavano che l'incendio del Montiferru fosse da ricondurre a
un evento del tutto accidentale e incolpevole. Una tragica
fatalità per cui nessuno ha colpe.
Gli avvocati delle parti lese invece avevano sottolineano
come la pm non si fosse soffermata sulla "assoluta mancanza di
prevenzione, sulle responsabilità legate alla cura del
territorio e alla mitigazione del rischio, assenza di fasce
parafuoco comprese". Chiedendo chiarezza anche sulle forze messe
in campo per spegnere gli incendi in quei giorni e nelle
primissime ore dei roghi.
Il mega incendio fu innescato dal rogo di un'auto sulla
strada provinciale tra Bonarcado e Santo Lussurgiu, escluso
quindi il dolo. A causa del caldo e del vento alcuni tizzoni
ripresero vita alimentando un nuovo fronte di fuoco che
raggiunse Santu Lussurgiu e a seguire Cuglieri e Scano
Montiferro. Per due giorni nella zona furono evacuate centinaia
di abitazioni e aziende agricole mentre tutto il territorio fu
'bombardato' dai getti d'acqua dei mezzi aerei della flotta
regionale e nazionale, impegnati insieme a decine di uomini a
terra per domare le fiamme.
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