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Al Lirico di Cagliari brillano Uryupin e Albanese

Al Lirico di Cagliari brillano Uryupin e Albanese

Applausi per Gabriele Cosmi che rilegge il mito di Cassandra

CAGLIARI, 23 settembre 2023, 10:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un concerto sulle note di Rachmaninov e Mendelssohn e, incastonata nel programma, una piccola perla, "Oltre Cassandra", nuova composizione di Gabriele Cosmi commissionata dal lirico di Cagliari, in prima assoluta.
    La serata di ieri, 13/o appuntamento con la stagione concertistica, ha segnato il felice debutto sul podio cagliaritano di Valentin Uryupin che ha brillato nella direzione, vivace, fluida e partecipata. A dare il la è stata la celebre Rapsodia sopra un tema di Paganini per pianoforte e orchestra di Rachmaninov, con i passaggi virtuosistici e il dinamismo del pianista Giuseppe Albanese che ha poi concesso due bis con un omaggio al cinema, Ennio Morricone e John Williams.
    Il concerto si è chiuso in bellezza con la Lobgesang per soli, coro e orchestra di Mendelssohn, dove si sono fatti apprezzare i solisti Ilaria Vanacore, Elena Schirru e Mauro Secci e ancora una volta coro e orchestra del Lirico con un' ottima performance.
    L'attesa era anche per l'ultimo capitolo della quadrilogia sul mito greco di Cosmi, oristanese, apprezzato in tutto il mondo e al suo attivo 56 composizioni. "Oltre Cassandra" è un affresco per coro e orchestra per un'originale rilettura della affascinante e tragica figura della sacerdotessa di Apollo con il dono della preveggenza ma destinata a restare inascoltata.
    Un'opera dalla grande forza evocativa e poetica, messa in luce da Uryupin, coro e orchestra.
    Chiude il ciclo iniziato con "Io non sono Medea", poi "Edipo ha lasciato Tebe" e "Le Troiane". Cosmi è salito sul palco richiamato dal direttore per accogliere i calorosi applausi del pubblico. Punteggiata da accenti tardo barocchi e neoclassici, l'opera è costruita con un alternarsi di energici passaggi corali carichi di pathos e sonorità rarefatte. I suoni forti e aspri dei moniti inascoltati, si dissolvono nell' aria, come un'eco lontana, in evanescenti sussulti. "L'intento era ricreare un falso storico, la tradizione arcaica è solo evocata e il greco antico, ai più incomprensibili - spiega all'ANSA Cosmi - crea un effetto straniante che privilegia un ascolto sensoriale della drammaturgia musicale piuttosto che quella testuale, legata al significato".
    Replica stasera alle 19.
   

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