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Giornata solidale nel carcere minorile di Quartucciu

Giornata solidale nel carcere minorile di Quartucciu

Calcetto,giardinaggio e pizza con familiari e sponsor iniziativa

QUARTUCCIU, 18 marzo 2023, 12:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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di Andrea Frigo

Una giornata da trascorrere all'aria aperta, tra una partita di calcetto e il giardinaggio.
    Poi tutti in cucina a preparare il pranzo. E la pizza.
    Nell'Istituto penale per i minorenni di Quartucciu si è svolta oggi una nuova Giornata Solidale, alla presenza dei parenti dei ragazzi ospiti della struttura e dei partner che hanno collaborato alla realizzazione dell'evento (Amici del giardino, Comune di Quartu Sant'Elena, Comune di Quartucciu, Lions Club Cagliari Karel, Promisa, Aidda delegazione Sardegna, Sgaravatti Group), organizzato grazie alla stretta collaborazione con la Fondazione Carlo Enrico Giulini con la partecipazione dell'A.G.I. (Associazione Giardini Italiani), in procinto di assumere nell'Istituto la gestione del progetto "Orto-giardino".
    In campo, per una partita di calcio a 5 i ragazzi dell'Ipm (squadra Orto-giardino) e la squadra Sgaravatti Group. "I progetti realizzati in questi anni all'interno dell'IPM di Quartucciu - ha detto Ilaria Nardi, presidente della Fondazione Giulini - ci hanno dato il privilegio di conoscere una realtà molto particolare, che offre ai ragazzi un percorso di crescita.
    Permettere a loro di misurarsi con la realtà esterna, mettendo in opera ciò che stanno faticosamente imparando - non solo la cucina, ma anche le regole sociali, lo stare insieme ad altri in contesti strutturati, etc. - è un'opportunità grande sia per loro sia per chi viene dall'esterno".
    "Siamo lieti di partecipare a questa giornata solidale che introduce il progetto Orto Giardino - ha detto Rosi Sgaravatti, presidente dell'omonimo gruppo - un'iniziativa importante per il benessere dei giovani ospiti dell'Istituto. Questo progetto mira a offrire ai ragazzi un'attività educativa basata sull'orticoltura e sul giardinaggio, per aiutarli nella loro crescita personale e professionale attraverso lo sviluppo di creatività, capacità e competenze utili nel loro futuro lavoro e nel miglioramento del loro stato di salute fisica e mentale".
    A fare gli onori di casa il direttore della struttura, Enrico Zucca, con il personale della Polizia penitenziaria e il cappellano, padre Gabriele Biccai.
    "Ci tenevamo molto a questa giornata - hanno detto il direttore e il sacerdote - soprattutto dopo le dichiarazioni della garante Irene Testa che aveva parlato di una struttura che sta cadendo a pezzi, peggio di un canile, da chiudere. Possiamo anche essere d'accordo sul fatto che si tratti di una struttura fatiscente e che ha bisogno di interventi, ma oggi volevamo far vedere quanto di buono viene fatto qui tutti i giorni, le tante attività che svolgiamo quotidianamente, anche perché sono stati i ragazzi, per primi, a restarci male. Loro qui stanno bene, perché siamo riusciti a creare un clima familiare, di amicizia e solidarietà".

'UNA COMUNITA' CON LE SBARRE'.  "Mi piace chiamare questo posto una comunità con le sbarre, e non un carcere. Una definizione coniata proprio da uno dei ragazzi ospiti della struttura. Qui i ragazzi stanno bene, sono impegnati durante il giorno in tantissime attività". Sono le parole del direttore dell'Istituto penale per i minorenni di Quartucciu, Enrico Zucca, in occasione della Giornata Solidale. Di recente la Garante delle persone private della libertà personale della Sardegna, Irene Testa, dopo aver visitato l'istituto l'aveva definito "un ammasso di ferro vecchio e peggio di un canile, fatiscente e pericolante" e che andrebbe chiuso al più presto. "E' vero che la struttura è fatiscente - ha detto Zucca - su questo la dottoressa Testa ha ragione. Avrebbe bisogno di interventi urgenti, per esempio quest'inverno siamo rimasti senza riscaldamento e senz'acqua per un periodo, ma non si può definire questo posto peggio di un canile. I ragazzi per primi ci sono rimasti male e mi hanno detto: 'allora noi siamo dei cani? Questo non ci piace e soprattutto non ci piace che non venga detto tutto quello che facciamo e il clima che si respira qui'. Vogliono venire dalla penisola perché qui si fanno tantissime attività e con il personale penitenziario, gli educatori, il sacerdote, ecc, c'è un ottimo rapporto. Qui c'è lavanderia, la falegnameria, la cucina, il giardino, fanno sport. Tutti ci impegniamo affinché i ragazzi stiano bene perché devono affrontare bene questo momento delicato della loro vita. La privazione della libertà è la condanna che hanno avuto. I ragazzi devono capire prima di tutto che hanno sbagliato, che hanno una pena da scontare, soprattutto per rispetto delle vittime. Ma poi qui vengono rieducati per essere pronti ad andare in una comunità e reinserirsi nella società".

Concetti ribaditi da padre Gabriele Biccau. "Il nostro obiettivo è quello di creare un clima familiare, di comunità, di amicizia, di solidarietà. E' bello quando un ragazzo qui compie 18 anni e prepariamo una festa tutti insieme. Qualcuno di loro mi ha detto: 'non avevo mai festeggiato così bene un compleanno'."

 

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