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Autonomia: opposizioni Sardegna, 'Solinas si dimetta'

Autonomia: opposizioni Sardegna, 'Solinas si dimetta'

Mozione di sfiducia anche per presidente del Consiglio regionale

CAGLIARI, 07 marzo 2023, 14:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un fermo 'no' dai partiti di opposizione della Sardegna al disegno di legge sull'autonomia differenziata del ministro Roberto Calderoli, che hanno chiesto le dimissioni del presidente della Regione Christian Solinas e una mozione di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio regionale Michele Pais per i metodi con cui è stata espressa la posizione favorevole della Sardegna in sede nazionale. Lo scossone arriva da Pd, Progressisti, M5s e Avs che, fanno sapere, due settimane fa avevano chiesto al presidente dell'Assemblea di convocare una seduta straordinaria dell'Aula per discutere proprio dell'autonomia differenziata. Invece "è stata apposta la firma alla proposta Calderoli senza un minimo di garanzie", ha detto Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, durante la conferenza stampa per illustrare le mozioni. "Se non saranno garantite le stesse entrate che ci spettano attualmente ciò significa mantenere il gap con il resto delle Regioni. Se non c'è un incremento non c'è alcuna possibilità di adeguarsi ai livelli del resto d'Italia".

Alla conferenza unificata delle Regioni, la scorsa settimana, a fare le veci di Solinas c'era l'assessore della Sanità Carlo Doria, che ha apposto la firma al ddl. "Le richieste di dimissioni di tutta la minoranza sono giustificate dal fatto che il Consiglio non è stato interpellato - ha precisato Alessandro Solinas, capogruppo M5s - al netto della nostra richiesta come opposizioni di riunirlo e far emergere le posizioni di tutti i consiglieri, così da vedere chi si rende corresponsabile di questo attentato all'autonomia sarda".

Incalza anche Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti: "Pais non garantisce più la dignità del Consiglio regionale, contestiamo con forza i suoi modi. Ci aveva rassicurato sul fatto che sarebbe stato importante avere una posizione condivisa e non fare fughe in avanti. Ci sono dei ruoli apicali come quelli del presidente del Consiglio o della Regione che non possono essere azzoppati". Per Eugenio Lai, capogruppo Avs, "si tratta di un alto tradimento nei confronti del popolo sardo perché si mette a repentaglio l'autonomismo e vengono messe in discussione anche le entrate".

CGIL, DI FEDERALISMO NON HA NULLA - Nella stessa giornata il fronte del 'no' al disegno di legge sull'autonomia differenziata del ministro Calderoli si allarga e raccoglie ufficialmente la posizione nettamente contraria della Cgil sarda. Mentre in Consiglio regionale le opposizioni chiedono la sfiducia del presidente del Consiglio Michele Pais e le dimissioni del presidente della Regione Christian Solinas, al Caesar's hotel di Cagliari il sindacato ha organizzato un incontro pubblico, con il contributo di Gianmario Demuro, docente ordinario di Diritto Costituzionale dell'Università di Cagliari ed ex assessore regionale nella Giunta Pigliaru.

"Questa autonomia in salsa leghista, che di federalismo e autonomismo non ha nulla, contraddice l'impostazione, per esempio, di Emilio Lussu che parlava della necessità di concedere l'autonomia a chi coltiva in sé i valori della libertà, della dignità e della solidarietà", ha sottolineato il segretario generale della Cgil sarda, Fausto Durante. Il sindacalista si è scagliato contro le istituzioni sarde: "Non riusciamo a capire come sia stato possibile che la giunta regionale della Sardegna abbia votato a favore dell'autonomia differenziata durante la Conferenza Stato-Regioni e senza che ci siano stati una discussione pubblica e un coinvolgimento delle forze produttive e sociali della Regione".

Entra nel dettaglio dei rischi che la Sardegna corre con questo disegno di legge l'ex assessore Demuro: "Il rischio è che lo Stato, che ha il compito fondamentale in democrazia di garantire l'eguaglianza di tutte le prestazioni a livello nazionale, si senta autorizzato a non intervenire laddove queste difficoltà sono maggiori - chiarisce il costituzionalista -. Non dobbiamo rinunciare alla differenziazione o al fatto che le regioni sono tutte diverse, ma non si può rinunciare al ruolo di riequilibrio che è in capo allo Stato ed è previsto dall'articolo 3 della Costituzione che sancisce il principio di uguaglianza nelle relazioni tra le persone". "Diciamo 'no' all'autonomia differenziata perché fatta in queste condizioni, a risorse invariate e con le modalità definite dal ddl Calderoli, mette in discussione l'unità e la coesione sociale del Paese - ha incalzato Christian Ferrari, segretario nazionale Cgil -. È un'autonomia differenziata che mette a rischio l'universalismo del nostro sistema di welfare".

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