Scarsa conoscenza da parte delle
imprese delle possibilità del Pnrr in Sardegna, sotto la media
nazionale. È la preoccupazione lanciata da Stefano Capellari,
responsabile direzione regionale Piemonte nord-Valle
D'Aosta-Sardegna di Intesa Sanpaolo, nel corso della assemblea
regionale di Confindustria, sulla base di un report effettuato
sentendo direttamente le aziende.
Per l'isola sono a disposizione 1,2 miliardi più 230 milioni di
Fondo complementare. "Abbiamo messo a disposizione dei desk e
delle piattaforme per colmare questo gap informativo. Ma non
solo. Bisogna utilizzarle i fondi per una crescita strutturale
- ha detto Capellari riferendosi anche al quadro nazionale - noi
mettiamo 400 miliardi a sostegno degli investimenti per un
effetto moltiplicatore creando dei desk specialistici per i
diversi ambiti di intervento".
Un'altra preoccupazione lanciata è quella legata alle nuove
tecnologie. Secondo l'indice DESI (Digital Economy and Society
Index) impiegato dalla Commissione Europea per misurare la
digitalizzazione dei diversi paesi membri, l'Italia nel 2020
perde due posizioni e si colloca al quart'ultimo posto per grado
di digitalizzazione (25 su 28). È in questo quadro il grado di
digitalizzazione della Sardegna è inferiore alla media
nazionale, ha ricordato Capellari. La regione si trova in grave
ritardo per connettività, competenze digitali e diffusione di
queste tecnologie tra le imprese. "Un aspetto- ha detto-
fondamentale per la competitività. Siamo in grado di aiutare gli
imprenditori a colmare queste difficoltà".
Intesa Sanpaolo metterà a disposizione in Sardegna 2,4 miliardi
di plafond.
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