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Ucraina: la carovana sarda pronta a ripartire

solidarieta' del popolo sardo

Ucraina: la carovana sarda pronta a ripartire

Missione umanitaria pronta a ripartire verso il confine polacco

CAGLIARI, 08 marzo 2022, 14:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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di Stefano Ambu

Dalla sua casa vedeva il mare. Con le navi russe pronte a bombardare Odessa. Ora da Cagliari guarderà le onde senza paura: al massimo vedrà una barca a vela o un windsurf. È la storia di Svetlana, 57 anni, mamma affidataria di tre dei sessanta bambini, tanti orfani ospiti di case famiglia, accompagnati in un lungo viaggio dall'Ucraina alla Sardegna. Ieri era il compleanno di Svetlana: la festa è cominciata di mattina presto allo sbarco dal traghetto a Olbia. Ad accoglierla tanti sorrisi e una splendida giornata di sole.

È arrivata con la carovana, guidata dal parlamentare Ugo Cappellacci e dal console Anthony Grande, partita da Cagliari destinazione Ucraina. È tornata nel capoluogo intorno alle 13.30. Il primo a scendere dal pullman Cappellacci, con una bambina in braccio. Poi gli ottanta profughi che saranno sistemati soprattutto tra Cagliari - 40 andranno nella casa d'accoglienza Vittorio Emanuele II - e Quartu, dalle suore Vincenziane. Ci sono anche due positivi al Covid: arrivati in ambulanza e assistiti dai medici locali, passeranno la quarantena in una abitazione messa generosamente a disposizione da un'infermiera.

Svetlana, appena arrivata, racconta con gli occhi azzurri lucidi per le lacrime, la sua Odessa. E la sua Odissea: "Quando guardiamo verso il mare scorgiamo le navi sistemate davanti al porto: sappiamo che sono pronte a bombardarci". Davanti a una minaccia del genere, la fuga è stata inevitabile: "Sono certa che qui i nostri bambini sono al sicuro lontano da ogni pericolo". Ha lasciato un'Ucraina in fiamme. E un fratello malato. "Sono sicura che vinceremo - dice - ma il prezzo che stiamo pagando è già troppo alto. In Ucraina lascio un fratello malato che non si può muovere".

Tra i profughi salvati dalla missione sarda c'è anche Artiom, il baby giocatore che si allenerà con il Cagliari. Al più presto riceverà l'attrezzatura rossoblù e cercherà di dimenticare la guerra giocando a pallone. Conosce bene la serie A e la Premier. "Tifo il Manchester", svela. E mostra il video e le immagini sul cellulare che lo riprendono in azione: gioca esterno sinistro, ma se la cava con tutti e due piedi.

E', invece, tornato oggi nell'Isola il bus dell'associazione Sos Elmas che ha viaggiato con la missione di Rete Anas. Sul pullman circa 60 profughi ucraini, prevalentemente ragazzi e ragazze, tra i 3 e i 17 anni, accompagnati dalle mamme. Saranno ospitati prevalentemente da parenti o conoscenti che già vivono in Sardegna. Per la Rete è già in programma una nuova missione umanitaria al confine tra Polonia e Ucraina: la partenza è prevista per sabato 12 marzo da Olbia per Livorno con un carico di medicine e altri beni di prima necessità trasportati con diversi pulmini che poi riporteranno nell'Isola altri profughi in fuga dalla guerra. "Non dimenticherò mai quello che ho visto - racconta il capo comitiva Claudio Cugusi - Vedere la disperazione negli occhi delle persone è qualcosa di veramente stravolgente".

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