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Da specialisti ateneo Cagliari possibile farmaco anti Covid

Da specialisti ateneo Cagliari possibile farmaco anti Covid

Pubblicato studio su Ruxolinitin, già usato in ematologia

CAGLIARI, 30 aprile 2020, 17:42

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dai medici dell'ateneo di Cagliari una nuova possibile cura per la lotta contro il Coronavirus. Giovanni Caocci (coordinatore scuola specializzazione in Ematologia, ospedale Businco-Aob Brotzu) e Giorgio La Nasa (direttore dipartimento Scienze mediche e sanità pubblica ed Ematologia-Centro trapianti midollo osseo; ospedale Businco-Aob Brotzu) hanno applicato, studiato e osservato le risposte da un farmaco, il Ruxolinitib, nel trattamento dell'infezione da Covid-19.

"È un immunomodulante anti-citochinico, inibitore del gene Jak2. In ematologia lo usiamo nel trattamento della Mielofibrosi idiopatica e nella Linfoistiocitosi emofagocitica", spiega La Nasa. "Il Ruxolitinib - precisa Caocci - ha proprietà marcatamente anti-infiammatorie che utilizziamo in alcune patologie emato-oncologiche. Nel reparto di ematologia dell'ospedale Oncologico abbiamo utilizzato il farmaco in un paziente con una grave complicazione polmonare da linfoistiocitosi emofagocitica. Si tratta di una malattia rara con una 'tempesta infiammatori' che porta a una grave insufficienza respiratoria. Ovvero, quanto accade nei pazienti Covid destinati in terapia intensiva".

Un percorso e un approccio clinico e terapeutico curato nei dettagli dagli specialisti cagliaritani. "Con il nostro paziente abbiamo ottenuto il controllo della complicanza. Da qui l'idea di proporre - rimarca il professor Caocci - un protocollo di trattamento basato sul Ruxolitinib nei pazienti Covid che presentino questa 'tempesta infiammatoria' causata da molecole che si chiamano interleukine e portano rapidamente all'insufficienza respiratoria".

Un protocollo di trattamento che ha avuto l'approvazione e l'immediata pubblicazione sugli Annals of Hematology. "Hanno accettato subito la nostra lettera. In effetti, siamo stati tra i primi a intuire che il farmaco poteva condurre a un protocollo operativo e clinico. Una fase - aggiunge La Nasa - che pochi giorni dopo la nostra lettera, è stata portata avanti, dopo i pareri dell'Aifa (Agenzia del farmaco italiana, ndr), dalla Novartis".

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