E' arrivato in Sardegna per la prima volta come commissario di Polizia a Orgosolo nei primi anni '90, quando la piaga dei sequestri di persona era ai massimi livelli. Poi è tornato nella penisola a combattere la camorra da dirigente delle Squadre mobili prima di Salerno e poi di Napoli. E da oggi, dopo quattro anni da questore vicario a Cagliari, Ferdinando Rossi, nato 53 anni fa a Nocera Inferiore in provincia di Salerno, è il nuovo questore di Oristano. "Sono contento di questa assegnazione e di restare in Sardegna", ha detto presentandosi alla stampa dopo aver incontrato il prefetto Giuseppe Guetta.
Poi ha messo subito in guardia gli oristanesi. "So che quella di Oristano è una realtà tranquilla ma io - ha sottolineato - non mi fido delle realtà tranquille e so anche che nell'era della globalizzazione la criminalità organizzata è dappertutto". "I posti tranquilli non esistono, qualche problema c'è anche qua sicuramente e il fatto di non dover inseguire ogni giorno le emergenze ci consentirà di investigare di fino per risolverlo", ha ribadito il neo questore spiegando che la stella polare che guiderà il suo lavoro sarà il rispetto della legge e dei regolamenti.
Un concetto ripreso da Rossi quando, inevitabilmente, sono arrivate le domande dei giornalisti sui controlli antidoping per i cavalieri della Sartiglia e dell'Ardia, verifiche che hanno segnato il rapporto conflittuale tra il suo predecessore Giovanni Aliquò, trasferito a Roma, e parte della città. Le corse si faranno, ha garantito il nuovo dirigente, ma le leggi andranno rispettate. "Non mi spaventa niente, sono il questore e se fossi uno che si spaventa per una manifestazione dovrei cambiare mestiere", ha chiarito Rossi assicurando che come questore sarà vicino alla gente. "Perché i cittadini - ha spiegato - sono il nostro maggiore azionista e noi esistiamo e lavoriamo perché ci sono i cittadini che chiedono il nostro impegno".
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