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Elezioni: centrodestra in stand by

Elezioni: centrodestra in stand by

A Fi prima scelta. Riformatori-Udc, "tocca a noi subito dopo"

CAGLIARI, 23 gennaio 2018, 19:43

Redazione ANSA

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Se nel centrosinistra le acque sono agitate, all'interno dei partiti, per definire le liste dei candidati alle politiche del 4 marzo, nel centrodestra, per ora, è calma piatta. Tutti gli occhi sono puntati al tavolo romano che dovrebbe decidere nelle prossime ore le "quote" da assegnare ai vari partiti o gruppi di partiti che si presentano insieme.
    Forza Italia ha la prima scelta e questo è un dato di fatto che nessuno degli alleati mette in discussione, ma sono ancora aperti i giochi sulla seconda scelta. A reclamare il diritto di prelazione sono i Riformatori Sardi-Udc, sulla base dei risultati elettorali alle ultime amministrative, ma anche alle politiche e regionali.
    "E' condivisibile - spiega il coordinatore regionale Fi Ugo Cappellacci - ora attendiamo le decisioni da Roma e poi faremo le valutazioni: siamo pronti ad un vertice già oggi". Nel frattempo potrebbero essere candidati lo stesso Cappellacci e i consiglieri regionali Alessandra Zedda, Pietro Pittalis, Giuseppe Fasolino. Poi c'è l'uscente Emilio Floris.
    I Riformatori, con il coordinatore regionale Pietro Fois, sollecitano la "disamina dei voti aggregati" e puntano ad avere "oggi la certezza di come ogni partito deve essere rappresentato nel territorio". L'ipotesi è quella di riconfermare l'uscente Pierpaolo Vargiu nel collegio proporzionale del Sud e di riuscire a strappare un posto per l'uninominale nel Nord, magari con lo stesso Fois capolista. Per il collegio unico del Senato potrebbe esserci spazio per il leader sardo dell'Udc, Giorgio Oppi.
    Nel frattempo il coordinatore Fdi della Sardegna Salvatore Deidda è a Roma per definire le candidature e i collegi.
    Fratelli d'Italia punta alla riconferma dell'uscente Bruno Murgia, che potrebbe essere candidato a Nuoro, mentre lo stesso Deidda avrebbe una chance nel proporzionale per il Sud Sardegna.
    Per il Senato, invece, arriverebbe un nome espresso dal Nord Sardegna per non sconvolgere gli equilibri territoriali.

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