Una grande scritta con i colori dell'arcobaleno. "Antonio". E sotto una promessa. "Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta". E infine una dedica. "Al nostro boss". Con un cartello azzurro autografato da tutti e posato su suo banco, i compagni di scuola e gli insegnanti hanno voluto dare un segno tangibile del dolore assurdo e insopportabile che provano per la morte di Antonio Meloni, il quattordicenne di Ittiri morto ieri mattina intorno alle 7.20, schiacciato dall'autobus che lo avrebbe dovuto portare a Sassari, dove il ragazzino frequentava la prima liceo scientifico.
Il sindaco Antonio Sau ha proclamato il lutto cittadino per lunedì 27 novembre "per manifestare la solidarietà e la vicinanza alla famiglia di Antonio". L'amministrazione "invita la popolazione a partecipare alle esequie, che si terranno alle 15.30 nella chiesa di San Pietro, e a sospendere le attività lavorative per la durata delle esequie". Sempre lunedì nell'istituto di Patologia forense dell'Università di Sassari, sarà eseguita l'autopsia sul corpo di Antonio
Antonio Meloni è stato vittima di una tragica fatalità e di un'imprudente usanza diffusa in moltissimi centri della Sardegna: al mattino, per salire sull'autobus che li conduce nei luoghi in cui hanno sede gli istituti superiori, moltissimi adolescenti si accalcano, corrono accanto ai mezzi in corsa, si spingono e si strattonano, un po' per gioco e un po' per sfida, pur di assicurarsi un posto all'interno del bus, possibilmente un posto a sedere. Ieri l'autobus snodato guidato da Andreuccio Uggias, 44 anni, le cui analisi del sangue hanno dato esito negativo, ha affrontato la curva a imbuto che conduce al piazzale del capolinea, a ridosso del cimitero di Ittiri, mentre uno sciame di ragazzini si scaraventava verso le porte ancora chiuse. Antonio Meloni è rimasto incastrato sotto una ruota, e neanche le manovre per cercare di liberarlo sono servite.
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