Affidare all'Inail, come organo terzo e autonomo, la valutazione dei rischi cui sono sottoposti i militari e la tutela previdenziale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali delle Forze Armate. E al personale del ministero del Lavoro la vigilanza sui luoghi di lavoro anche dei militari. Questo prevede la proposta di legge formulata dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito, che porta la prima firma del presidente Gian Piero Scanu, e di circa 160 deputati di tutti i gruppi.
A oggi - ha spiegato Scanu, in una conferenza stampa - più di duemila militari hanno fatto domanda di risarcimento per patologie correlate a uranio impoverito, amianto, radon e multifattorialità. Un terzo di loro ha ricevuto risposta positiva. Gli altri sono in attesa di un verdetto o si sono visti negare il risarcimento. "Noi - ha sottolineato Scanu - proponiamo di superare l'anacronistica separatezza della giurisdizione della Difesa, portando anche le Forze armate nell'ambito della gestione dell'Inail, organo competente, terzo e autonomo.
Non ci possono più essere zone franche. Non ci possono più essere controllati che controllano i controllori. Non ci può più essere un aut aut tra diritto al lavoro e diritto alla salute. Le malattie sulle quali intendiamo intervenire non sono solo quelle correlate all'uranio impoverito, verso il quale è stata alzata una vera cortina fumogena - ha affermato - ma anche dagli agenti patogeni. La proposta di legge cerca di riparare ai danni del passato, non solo nei teatri in cui si svolgono le missioni internazionali, negli arsenali e nei poligoni, ma nei pressi.
Ci preoccupiamo di salvaguardare la salute dei lavoratori e degli abitanti". "Nessuno vuole criminalizzare le Forze Armate", ha premesso l'ex procuratore Raffaele Guariniello, consulente della Commissione, che ha poi osservato come "dietro questo risultato ci sono tanti processi e tante indagini. La Commissione dovrà anche quantificare l'entità del fenomeno, capire quanti si sono ammalati. I rischi non rimangono chiusi dentro le fabbriche o le aree militari, coinvolgono anche i cittadini".
La calendarizzazione della legge è stata già chiesta: "Siamo la quarta commissione di inchiesta sull'uranio. Il salto di civiltà che auspichiamo non è più rimandabile. Questa proposta - ha concluso Scanu - deve immancabilmente diventare legge in questa legislatura". Nel corso dei lavori della Commissione, il ministro della Difesa Pinotti aveva aperto a "controlli esterni", purché fatti con "equilibrio".
CAPELLI, STATO NON SEMPRE VICINO A MILITARI - "Solo la caparbietà e la testardaggine del presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito Gian Piero Scanu hanno permesso di raggiungere un risultato molto importante e per nulla scontato". Così Roberto Capelli, deputato di Democrazia Solidale-Centro democratico, è intervenuto nel corso della conferenza stampa di presentazione del Pdl sulle misure per aumentare la sicurezza e la tutela del personale delle forze armate.
"Spesso - ha osservato Capelli - quando si parla di missioni all'estero e di impegno del nostro esercito ci si riempie la bocca di grandi proclami. A questi proclami purtroppo non sempre corrisponde una cura che lo Stato dedica alle forze militari. Purtroppo il nostro Stato non si è sempre dimostrato all'altezza del suo compito di proteggere davvero la vita di persone che si sacrificano per il nostro Paese.
Queste persone meritano di più. Danno molto all'Italia e lo Stato, per la sua parte, deve dare di più. Speriamo - ha concluso - che tutti i Gruppi possano sottoscrivere questa proposta di legge a cui il Paese non può più rinunciare e che il Parlamento provveda presto ad approvarla".
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