Unità, fiducia reciproca e speranza, ma anche chiarezza su alcuni temi e condivisione. Sono queste le parole d'ordine emerse dalla sintesi dell'assemblea plenaria che ha chiuso il conclave del centrosinistra a Sanluri. Di rimpasto non se n'è parlato - lo hanno ammesso tutti a cominciare dai due protagonisti principali, il governatore Francesco Pigliaru e il segretario del Pd Renato Soru - ma nel momento in cui si affronterà la questione della riforma della Regione, che sarà all'ordine del giorno da settembre, "si dovrà naturalmente affrontare anche il tema delle competenze degli assessorati e magari servirà un numero minore di assessori", ha chiarito il presidente.
Per ora, a parte le puntualizzazioni sulla continuità territoriale aerea e sulla vertenza entrate, sottolineate dallo stesso Soru in un acceso confronto con gli assessori competenti nei due tavoli tematici, regna l'ottimismo in maggioranza. E lo stesso Pigliaru annuncia: "tra pochi giorni sarà inviato a tutti e messo sul sito un documento che sintetizza il lavoro fatto dalla Giunta e dalla maggioranza in questi 15 mesi e le attività previste per i prossimi sei". Un'altro punto fermo riguarda il dopo Sanluri. "Il capo del centrosinistra sono io", dice il presidente della Regione, mentre Soru precisa: "nelle istituzioni il capo della coalizione è Pigliaru". "Il tempo è venuto per mettere in pratica le politiche del centrosinistra - ha spiegato il segretario del Pd - dobbiamo stare uniti come non è accaduto nelle recenti elezioni amministrative". "Dobbiamo vederci più spesso - gli ha fatto eco Pigliaru - e dare continuità a questo lavoro in un percorso di confronto e condivisione delle idee e di prospettive".
Più appassionato l'intervento del leader di Irs Gavino Sale che ha sentenziato: "era ora. Ci siamo incontrati dopo un anno e mezzo e da oggi in poi occorre cambiare". Per Luca Pizzuto, segretario di Sel, "il messaggio deve essere il nostro impegno per portare la Sardegna fuori dalla paura" e in questo senso Raimondo Perra (Psi) vede nelle riforme, a partire da quella sanitaria, "una vera e propria sfida". "Non c'è stato alcun processo nei confronti di nessuno - ha detto Nicola Selloni di Cd - ma è stata una giornata vera di confronto". Di "fiducia reciproca" ha parlato anche Efisio Arbau di La Base, che però ha chiesto alla Giunta "maggiore condivisione sulle scelte" e ha ricordato che "serve un cambio di passo" sottolineando comunque che "il rimpasto lo decide l'allenatore, cioè Francesco Pigliaru". "Abbiamo necessità di riconnetterci con il nostro popolo", ha osservato Marco Pau dei Rosso Mori", mentre Giovannino Deriu (Sinistra sarda) ha criticato "l'assenza di condivisione con gli alleati che - ha ribadito - deve essere recuperata". E Roberto Copparoni dei Verdi ha infine rilanciato "il bisogno di sicurezza dei sardi e dei territori in cui vivono".
PRIORITA' LE RIFORME - Sono la riforma degli enti locali e quella sanitaria le due urgenze indicate dal presidente della Regione Francesco Pigliaru nell'introduzione al "conclave" del centrosinistra in corso a Sanluri, dove sono presenti oltre 160 esponenti del centrosinistra per la verifica sul programma anche in vista di un possibile rimpasto della Giunta, non prima di settembre. Previsti otto tavoli tematici su Entrate e bilancio della Regione (coordinatore l'ex deputato Pd Giulio Calvisi), Sanità (coordina il presidente della competente commissione in Consiglio regionale Raimondo Perra, Psi), Trasporti (assessore comunale di Cagliari Mauro Coni), Enti Locali e Riforme (il presidente dell'Anci Sardegna Pier Sandro Scano), Cultura, istruzione e innovazione (regime assembleare), Politiche del lavoro, sociale e contrasto alle povertà (il senatore di Sel Luciano Uras), Agricoltura (funzionario Agris Marco Piras dei Rossomori) e Ambiente, Energia e rifiuti (l'ex consigliere regionale Pd Chicco Porcu). Nel frattempo, mentre si fa sentire l'assenza del presidente della Commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), la minoranza del Pd vicina alla sottosegretaria dei Beni Culturali, Francesca Barracciu ha tenuto un incontro separato al quale hanno partecipato la stessa esponente del Governo, il deputato Siro Marrocu, il presidente della Commissione Lavoro, Gavino Manca e Peppino Pirisi, ex segretario del Pd nuorese.
Secondo il segretario regionale del Pd, Renato Soru, la giornata odierna vedrà un "confronto franco e sereno". "Da molte parti è arrivata la richiesta per una maggiore condivisione e allora - ha sottolineato Soru - apriamo un dialogo in maniera costruttiva". Pigliaru ha spiegato che "in questi mesi la Giunta ha lavorato tanto. Oggi credo sia il momento di ripercorrere le cose più importanti che abbiamo fatto e valutarne la coerenza con la visione che abbiamo portato in campagna elettorale. Se non facciamo questo è difficile esprimere un'idea condivisa, la parola d'ordine deve essere investire sulla fiducia reciproca tra i partiti, con la Giunta, i consiglieri ed i parlamentari".
ENERGIA, ANTICIPAZIONI PIANO REGIONALE. Decarbonizzare la Sardegna riducendo entro il 2030 il 40% di gas serra rispetto ai valori del 1990, puntare sull'efficientamento energetico come "terza fonte rinnovabile" e sul Gnl, il metano liquido, per portare il gas naturale in tutta l'Isola, unica regione italiana priva di questa fonte energetica termica. Sono queste le linee strategiche del piano energetico regionale presentate in anteprima a Sanluri, nel 'conclave' del centrosinistra, dall'assessore dell'Industria Maria Grazie Piras. Si punta sull'abbattimento di almeno il 10% dei consumi attraverso micro produzioni di energia rinnovabile sugli edifici pubblici (scuole, municipi, ecc.), immettendo in una rete 'smart grid' tutto il surplus prodotto. Da costruire c'è la normativa che amministri la tariffa e regoli il mercato.
"Dobbiamo usare in misura minore e più efficiente le risorse della terra, all'interno di un'economia di riuso, e passare dall'utilizzo di combustibili fossili a quello delle fonti rinnovabili, passando per l'efficientamento energetico - ha spiegato l'assessore Piras ai giornalisti in un'improvvisata conferenza stampa - Punto focale è microgenerare, cioè passare dai impianti grandi a piccoli, dove almeno il 50% di produzione da fonti rinnovabili è destinata all'autoconsumo. In futuro un'autorizzazione a un impianto di grandi dimensioni, dove il fine è solo il grande business, non sarà più possibile - ha chiarito l'esponente della Giunta Pigliaru - Nel 2015 ci sono gli stessi valori di CO2 del 1990, cioè i grandi impianti non sono serviti a nulla". Altra questione è far arrivare il metano in Sardegna. Accantonata per ora la strada della connessione via tubo alla linea nazionale, si profilano due percorsi: i rigassificatori nelle aree già infrastrutturate (Sarroch e Porto Torres, ad esempio) o mini stoccaggi di criocontainer che mantengano il gas allo stato liquido per poi distribuirlo allo stato gassoso nei 38 bacini già previsti. Il bilancio energetico regionale all'1 gennaio 2014 vede 8600 Gwh di consumi (agricoltura 210, industria 3.900, terziario 2.320 e domestico 2.168), per un fabbisogno di 9.300 GWh e una produzione netta di 13.500 GWh (600 idroelettrico, 10 mila termoelettrico, 1800 eolico e 858 fotovoltaico).
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