'Elpís. Prometeo o del sogno
infranto di Europa' è il nuovo progetto di Costas Varotsos,
allestito nel Museo Castromediano di Lecce e aperto al pubblico
dal 29 giugno al 12 gennaio 2025. Grazie al finanziamento del
ministero della Cultura, l'artista greco torna in Salento dopo
10 anni dall'ultima installazione 'L'Approdo. Opera all'Umanità
Migrante', dedicata al tema delle migrazioni. Attraverso alcune
opere e due site specific, la mostra di Lecce mette in scena la
disillusione dell'artista nei confronti di un'umanità che non ha
saputo valorizzare il dono del fuoco, inteso come sapere, come
capacità. Elpís è la personificazione dello spirito della
speranza, l'ultimo dono rimasto custodito nel vaso di Pandora;
nonostante gli uomini siano corrotti e abbiano sprecato il dono
di Prometeo, Elpís resta la scintilla che l'artista coltiva nel
futuro dell'umanità, come l'arte è l'unico barlume nel buio che
attanaglia l'esistenza dell'uomo contemporaneo.
"Ogni epoca della storia umana ha avuto il suo Prometeo -
commenta l'artista - sotto forma di aspettativa, di speranza, di
urgenza. L'uomo contemporaneo è incapace persino di vedere il
fuoco che Prometeo ha rubato a Giove per salvare l'umanità. Oggi
è urgente recuperare il significato di quel fuoco e dare una
forma visibile a Elpís".
La mostra, a cura di Giusi Giaracuni e Luigi De Luca,
riunisce alcune opere realizzate a partire dagli anni 80 -
'Globe', 'Europe', 'Labyrinth', 'Black Venus', 'Blows',
'Dialogue' - e due nuove installazioni: 'Prometeo', il dio/eroe
realizzato in vetro, un materiale imponente e allo stesso tempo
fragile, spezzato in molteplici frammenti taglienti e
sovrapposti; ed 'Elpís' rappresentato dal fuoco, l'elemento
rubato agli dèi che prende forma sulla terra grazie a una lunga
lancia rossa, simbologia che Varotsos ha usato per la prima
volta nella scenografia realizzata per l'opera 'Prometeo',
diretta da Stavros Tsakiris nel teatro antico di Epidauro nel
2019. Le opere allestite nel museo, che ospita esposizioni
legate al rapporto tra l'antico e il contemporaneo, entrano in
relazione con i paesaggi del Castromediano, attualizzandone i
contenuti storici e mitologici, con riferimento ai concetti di
vita, morte e sacralità.
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