Una estrazione
secolare utile a separare il mare in cosiddetti fogli ovvero
zone di pesca per la seppia. Un modo per consentire ai
pescherecci di riempire le reti di prodotto ittico senza
invadere spazi altrui. Un rito che segue regole precise e che
cade il 19 marzo, giorno dedicato a san Giuseppe, quando i
pescatori si riuniscono in attesa di sapere dove poter lanciare
le reti. È la spartizione del mare, cerimonia che segna per
Margherita di Savoia, nel nord Barese, l'inizio delle attività
per la pesca della seppia, prodotto che caratterizza l'economia
del paese. Si tratta di un rituale stabilito da "una norma molto
antica: un regio decreto del 1928 che è stato abrogato nel 2010
e che disciplinava una tipologia di pesca che dava sostentamento
alla popolazione locale in maniera puntuale", spiega Antonino
Indelicato, comandante della capitaneria di porto di Barletta.
Nonostante non sia più in vigore, la norma viene rispettata
perché "andava a regolamentare il tipo di imbarcazioni, il tipo
di reti e la distanza a cui dovevano essere poste", aggiunge
Indelicato. Una tradizione che, per chi lavora in mare, è
fondamentale.
"Per me è tutto", dice Mimmo Valerio mentre sistema le reti
della sua imbarcazione. "È importante perché racconta la storia
dei pescatori che ci hanno preceduto come mio padre, che ci
hanno insegnato il mestiere e le tradizioni". Nessun pericolo
sulle zone assegnate dalla fortuna perché ognuna è ricca di
seppie. "Il mare di Margherita ha tante correnti marine ma ce
n'è una che fa spostare le seppie: noi la riconosciamo e
buttiamo le reti", continua Valerio. La seppia sarà celebrata il
prossimo 4 maggio con una sagra. "È una tradizione storica che
va avanti da tanti secoli e dà lustro alla nostra cittadina e
alla sua storia", conclude Bernardo Lodispoto, sindaco di
Margherita.
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