La mancata consegna di una
raccomandata costerà a Poste Italiane 676 euro. Lo ha deciso la
giudice di pace di Putignano (Bari) Tiziana Gigantesco, che ha
condannato Poste Italiane a risarcire una cittadina per la
mancata consegna di un atto giudiziario spedito con
raccomandata. L'importo stabilito dalla giudice corrisponde a
324 euro (24 euro per il "danno patrimoniale procurato" più 300
euro per il "danno causato dalla negligenza e dalla incuria del
portalettere dipendente di Poste Italiane, riconducibile alla
responsabilità contrattuale"), oltre a 343 euro di spese
processuali.
La vicenda risale al marzo 2021. La raccomandata contenente un
atto giudiziario era stata spedita dall'ufficio postale di
Putignano il 4 marzo al costo di circa 10 euro. L'11 marzo era
stata restituita con la dicitura "nome non presente su
citofono/cassetta irreperibile". Gli avvocati citati nell'atto
giudiziario, Rocco Mario Pisconti e Federico Carbonara, sono poi
andati personalmente, il 19 marzo, in Tribunale a Bari per
chiedere la notifica dell'atto, pagando ulteriori 24 euro. Atto
che è stato poi consegnato il 29 marzo a mano dall'ufficiale
giudiziario "allo stesso indirizzo di residenza indicato
correttamente nella tentata notifica" chiesta a Poste Italiane.
E' stata la stessa società, giorni dopo, a rispondere alla
segnalazione del disservizio spiegando di aver "richiamato
l'addetto ad un corretto svolgimento dell'attività lavorativa" e
quindi "riconoscendo l'inadempimento" con conseguente indennizzo
di circa 50 euro, parti a cinque volte il costo della spedizione
non andata a buon fine. Importo ritenuto dalla giudice non
sufficiente a risarcire il danno subito.
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