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PressRelease
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Responsabilità editoriale di PANACEA Società Cooperativa Sociale
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26 maggio 2021 - La maculopatia è caratterizzata dalla progressiva perdita della visione centrale, spesso bilaterale, limitando molto la funzione visiva. La maculopatia senile legata all’età è la forma più frequente e colpisce 25/30 milioni di persone nel solo occidente. Ma esistono diverse altre forme di maculopatia come quella diabetica la cui incidenza in rapporto all’aumento della malattia e all’invecchiamento della popolazione prospetta scenari preoccupanti. Con lo scopo di proporre nuovi assetti organizzativi in Piemonte, Motore Sanità ha organizzato il webinar ‘Focus Patient Journey del paziente maculopatico in Regione Piemonte’ realizzato grazie al contributo non condizionato di NOVARTIS.
“Tra le più frequenti forme di maculopatie essudative vi sono la degenerazione maculare correlata all’età, che rappresenta la principale causa di perdita visiva nelle persone in età avanzata e la retinopatia diabetica che è la principale causa di perdita visiva nelle persone in età lavorativa. Fortunatamente abbiamo a disposizione terapie estremamente efficaci per trattare tali patologie. Tuttavia, a causa di difficoltà prevalentemente organizzative, dovute all’elevato numero di controlli e trattamenti necessari, ma anche al ritardo nell’inizio del trattamento rispetto alla comparsa della sintomatologia, spesso non è possibile ottenere i benefici attesi da tali trattamenti. Perciò è imperativo cercare di costruire una rete efficiente tra territorio ed Centri di Riferimento, che garantisca da un lato la capacità del territorio di intercettare tempestivamente la patologia e, dall’altro, una rapida presa in carico e gestione appropriata da parte dei Centri di Riferimento. In tal senso la Clinica Oculistica della Città della Salute e della Scienza di Torino avvierà a breve un progetto pilota che, tramite un sito dedicato, permetterà a tutti gli oculisti del territorio e a retinologi di altri Centri di accedere in maniera diretta alle agende dedicate a queste patologie con delle priorità che verranno individuate in base alla condizione clinica del paziente”, ha detto Michele Reibaldi, Direttore Oculistica Universitaria AOU Città della Salute e della Scienza Torino.
“Il percorso di riferimento per i pazienti con sospetto di maculopatia inizia presso tre tipologie di attori presenti sul territorio: i medici di medicina generale, gli oculisti territoriali e altri centri oculistici. Alla visita oculistica di approfondimento, il centro oculistico di II livello con ambulatorio dedicato effettua esami strumentali per confermare o meno il sospetto di diagnosi; in caso di conferma di diagnosi, il centro di II livello procede a raccogliere il consenso informato e fissa il trattamento. Il trattamento intravitreale dovrebbe avvenire entro 20 giorni dall’invio al centro oculistico di II livello con ambulatorio dedicato. A seguito del primo trattamento è previsto, dopo qualche giorno, una visita di controllo, a cui seguono trattamenti e controlli secondo lo schema terapeutico di riferimento. Tale percorso, se implementato in modo uniforme, permetterebbe ai Centri di Riferimento della Regione Piemonte di risolvere alcune delle criticità rilevate a livello quantitativo:
Ha spiegato Paolo Locatelli, Responsabile scientifico Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano
“Il tema della maculopatia è un tema su cui, sia a livello nazionale che a livello di molte regioni, si sta lavorando molto per coinvolgere tutti gli attori del processo decisionale e gli stessi pazienti con le associazioni di categoria. Questo dimostra che rispetto a tali patologie, negli ultimi anni, è maturato un atteggiamento molto più consapevole da parte delle istituzioni della sanità, sia a livello delle regioni sia a livello parlamentare” ha spiegato Alessandro Stecco, Presidente della IV Commissione Sanità, Regione Piemonte. “Il tema è fondamentale perché la maculopatia è una patologia che può determinare una perdita di capacità lavorativa oltre che della qualità della vita importante. Inoltre una diagnosi precoce permette di poter iniziare prima i trattamenti, purtroppo molto spesso i pazienti si accorgono di questo problema tardivamente, perché evidentemente non c'è ancora una capacità di riconoscere in anticipo la malattia, salvo in occasione di visite oculistiche specialistiche per le categorie a rischio. Questo è un tema di organizzazione sanitaria prima di tutto. È un tema all’attenzione dell’agenda del Consiglio regionale attraverso una mozione che presto verrà discussa”.
“In Piemonte stiamo già lavorando su un modello di rete oftalmologica a fronte di una serie di sollecitazioni che sono arrivate dai professionisti – ha spiegato Franco Ripa, Responsabile Programmazione dei Servizi Sanitari e Socio Sanitari, Regione Piemonte -. Tengo a precisare che la definizione di reti e percorsi è in carico ai professionisti, questo significa che il modello deve tenere conto della centralità dei professionisti, nonchè degli utenti. Sarà necessario perciò lavorare assieme per fare sì che le risorse, le indicazioni e i modelli di lavoro portino realmente un valore aggiunto. Sarà pertanto fondamentale costruire sistemi e definire indicatori, anche cogenti, per indicare chiaramente il percorso da intraprendere. In questo momento è necessaria una bussola che ci permetta realmente di capire quali sono i livelli di performance, quali sono i punti di criticità e di forza per delineare il giusto percorso da intraprendere”.
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