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DENTI STORTI? CONTROLLA LA LINGUA! - Dott.ssa Paola Montoro - Dott.ssa Raffaella Sisti

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DENTI STORTI? CONTROLLA LA LINGUA! - Dott.ssa Paola Montoro - Dott.ssa Raffaella Sisti

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Responsabilità editoriale di PRIMA PAGINA ITALIA

Domande frequenti sui problemi dentali e le difficoltà nelle funzioni orali

21 marzo 2021, 12:02

PRIMA PAGINA ITALIA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sono tante le cause delle malocclusioni dentali, un fenomeno molto diffuso. Ne parliamo con le Dott.sse Paola Montoro e Raffaella Sisti, Logopediste - Studio di Logopedia – Associazione Paroleincerchio.

 

Cos’è l’occlusione dentale?

 

Nella popolazione europea, la percentuale di soggetti con un’occlusione dentale ottimale è di poco superiore al 50% (Uppa). Il termine  occlusione significa chiusura e, in questo ambito, indica il modo in cui si allineano i denti quando la bocca è chiusa e le due arcate, superiore ed inferiore, sono a contatto tra loro. Per normo-occlusione in ortodonzia non si intende soltanto il corretto combaciamento delle arcate dentali, ma un concetto molto più ampio, che include aspetti anatomici, gnatologici, neuro-muscolari ed estetici, ed è strettamente connesso all’idea di equilibrio di tutte le strutture che lo garantiscono (denti, lingua, guance, labbra, ecc).

 

Quando si parla di malocclusione?

 

La malocclusione è l’occlusione non corretta, che si verifica ogni qualvolta sussiste un disallineamento tra i denti delle due arcate. Ciò può avvenire per vari motivi: ad esempio, per la differenza di dimensione tra l’arcata superiore e quella inferiore, quando la mascella, ovvero l’arcata superiore, è iper- o iposviluppata rispetto alla mandibola, oppure quando quest’ultima sporge eccessivamente verso l’esterno rispetto alla mascella. Altre anomalie, ancora più evidenti a livello estetico,  riguardano il “morso”, ovvero la distanza tra le due arcate dentali vista sul piano frontale: un morso corretto corrisponde a un bel sorriso.

 

Quali sono le cause delle malocclusioni?

 

 Le cause possono essere di vario genere:

- ereditarie,  per un’anomala struttura scheletrica tramandata geneticamente dai genitori;

- legate ad altre patologie (sindromi, tumori del cavo orale, fratture della mandibola, ecc.) o a interventi dentali non andati a buon fine;

- dovute ad atteggiamenti comportamentali scorretti, tra i più frequenti l’utilizzo protratto del succhiotto e/o del biberon e la suzione del pollice, che determinano molto frequentemente un’alterazione delle funzioni orali.

 

Quali e cosa sono le funzioni orali?

 

La respirazione, l’alimentazione (suzione, masticazione e deglutizione), l’articolazione verbale fonatoria ossia la produzione dei suoni del linguaggio, la mimica e il gusto rappresentano le cosiddette funzioni orali. Si tratta di funzioni altamente specializzate e diversificate, che però si influenzano a vicenda, in quanto espletate da organi comuni: ad esempio con la bocca parliamo, mastichiamo, deglutiamo, respiriamo, facciamo smorfie più o meno comunicative. 

Se si sviluppano adeguatamente, queste funzioni mantengono schemi motori corretti  che influenzano in modo benefico la forma del viso e il rapporto tra le arcate dentarie. Le alterazioni di una o più funzioni orali, se non trattate tempestivamente, possono fare insorgere uno squilibrio muscolare orofacciale (S.M.O.F.), detto anche disordine miofunzionale orofacciale. Questi disturbi  sono molto più comuni di quanto si pensi. La ricerca, ad esempio, mostra un’incidenza del 38% della popolazione generale e dell’81% dei soggetti in età evolutiva che presentano disturbi dell’articolazione del linguaggio correlati alle alterazioni delle funzioni orali.

 

 Quali sono le cause dello squilibrio muscolare orofacciale?

 

I fattori causali possono essere molteplici e compresenti, si sovrappongono e si intersecano con le cause delle malocclusioni in un rapporto continuo e reciproco di causa-effetto: una malocclusione può generare uno squilibrio muscolare orofacciale e viceversa. Altre cause di importanza cruciale sono:

  • la respirazione orale con postura anomala della lingua, a causa di  patologie di natura otorinolaringoiatrica ed allergologica (ipertrofia di tonsille e/o adenoidi, ipertrofia dei turbinati, deviazioni del setto..);
  • un’alimentazione troppo infantile protratta nel tempo: biberon e utilizzo preferenziale di cibi di consistenza semiliquida o semisolida, come omogeneizzati e pappe frullate;
  • la postura linguale inadeguata, a causa del mancato passaggio da una deglutizione di tipo infantile a quella adulta.

La deglutizione, proprio in quanto atto complesso, svolge un ruolo primario nell’equilibrio delle forze che agiscono sul distretto orofacciale. L’organo principale della deglutizione è la lingua, che si può definire il muscolo leader di tutto il cavo orale: è l’organo del nostro corpo più innervato e il più dotato di fasci muscolari, ma anche il più capace di movimenti nello spazio. Nel neonato, la deglutizione si svolge con una meccanica diversa da quella dell’adulto:  la lingua riempie completamente la cavità buccale spingendosi in avanti e protrudendo tra capezzolo  (o tettarella) e labbro inferiore. Nell’atto deglutitorio maturo, la lingua spinge verso l’alto aderendo con forza contro il palato, il quale è in grado di assorbire la sua non indifferente forza di spinta (non meno di 1Kg, 1 Kg e mezzo ad ogni atto deglutitorio, che avviene da un minimo di 600 a un massimo di 1.500-1800 volte nell’arco delle 24 ore!).

Quando per varie cause il passaggio dalla deglutizione infantile a quella adulta non avviene e la lingua continua a spingere contro e fra i denti, agendo da forza di spostamento o di impedimento per l’eruzione dei denti, si parla di deglutizione deviata, e il complesso muscolare orofacciale non può svilupparsi armonicamente.

 

Quali sono le conseguenze dello squilibrio muscolare oro facciale?

 

Uno volta instauratosi, lo S.M.O.F. può influenzare, direttamente o indirettamente: l’allattamento, la crescita e  lo sviluppo scheletrico del massiccio facciale, la masticazione, la deglutizione, l’articolazione del linguaggio, l’occlusione dentale, la cinetica dell’articolazione temporo-mandibolare, l’estetica facciale e molto altro.

A livello estetico, in particolare, non è infrequente riscontrare nel viso un’espressione spenta, trasognata, il cosiddetto “sguardo da pesce bollito”, labbra deboli ed ipotoniche: tutti indicatori di un alterato funzionamento  dei muscoli.

Nel parlato, difetti di pronuncia o difficoltà nell’articolazione di alcuni suoni possono derivare da un’alterazione degli schemi motori orali. Il malposizionamento dei muscoli della lingua e delle labbra a riposo e in deglutizione può impedire la corretta produzione di alcuni fonemi, come |t|,|d|, |s|, |ts|, |r|.

Tra le altre possibili e non meno rilevanti conseguenze, oltre ai già citati disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM), citiamo:  le problematiche posturali a carico della colonna vertebrale, le cefalee, le problematiche gastrointestinali (a causa dell’ingestione di aria), le ostruzioni delle vie aeree superiori e altri problemi di salute, come i disturbi respiratori e le apnee ostruttive del sonno di grado lieve e moderato. Nei bambini, anche la difficoltà nel mantenere l’attenzione e la concentrazione può essere correlata allo S.M.O.F.

 

Come si previene lo squilibrio muscolare orofacciale?

 

E’ opportuno sensibilizzare i genitori sull’importanza delle azioni che essi possono realizzare al fine di prevenire lo S.M.O.F. e i problemi dentali ad esso correlati, in particolare:

  • favorire l’allattamento al seno nei primi mesi di vita;
  • eliminare i vizi orali entro e non oltre i due anni e mezzo – tre;
  • evitare di abituare il bambino a cibi troppo ricchi di zuccheri, che alterano la capacità di contrattura muscolare;
  • educare il bambino a masticare da entrambi i lati con la bocca chiusa e prediligere cibi di consistenza dura, che favoriscono la masticazione posteriore e lo sviluppo degli schemi motori adeguati;
  • promuovere la respirazione nasale, insegnando il prima possibile al bambino a soffiarsi il naso e a tenere pulite le cavità nasali con soluzioni fisiologiche;

 

Come e quando intervenire se c’è uno squilibrio muscolare orofacciale?

 

E’ molto importante che le cause di uno squilibrio muscolare orofacciale vengano individuate quanto più precocemente possibile da una delle figure professionali coinvolte ed opportunamente formate: dentista, ortodontista, logopedista, osteopata, posturologo, o da altri professionisti della salute come il pediatra e l’otorinolaringoiatra che, effettuando controlli periodici, hanno la possibilità di intercettarle. Il successo nel trattamento dello squilibrio muscolare orofacciale è subordinato al lavoro di squadra e la condivisione di obiettivi e metodologie tra i professionisti interessati è fondamentale.

 

 Che cos’è la terapia miofunzionale?

 

Laterapia miofunzionale (T.M.F.), rappresenta l’intervento logopedico più appropriato per risolvere lo squilibrio muscolare orofacciale. Si tratta di un programma educativo-rieducativo delle funzioni orali, che ha come obiettivo l’equilibrio e l’armonia delle forze muscolari del viso. Questa terapia logopedica non invasiva, non chirurgica, conosciuta e praticata da più di trent’anni,  si mostra efficace nel correggere in modo permanente i vizi orali, la respirazione orale, le abitudini alimentari inadeguate, i difetti di articolazione, ma anche nel contribuire alla correzione delle malocclusioni dentali, di alcune problematiche posturali e nel  prevenire l’insorgenza di patologie future. Spesso, infatti, la frequenza di recidive nei pazienti sottoposti a trattamento ortodontico viene posta in correlazione con il persistere di disfunzioni linguali e di alterati equilibri muscolari nel distretto orofacciale.

La terapia miofunzionale è rivolta a bambini di tutte le età, ma anche gli adolescenti e gli adulti ne beneficiano ottenendo risultati efficaci e stabili nel tempo.

Grazie alla T.M.F., il paziente può riguadagnare il benessere connesso agli atti del mangiare, parlare, respirare e persino dormire in modo più sano. Le ricadute positive sul piano estetico possono contribuire  a recuperare fiducia in se stessi e risollevare l’autostima.

 

Sitografia

I denti dei bambini: domande frequenti sull’ortodonzia, dal sito della rivista Un Pediatra per amico: https://www.uppa.it/medicina/fisiologia/ortodonzia

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