Due consiglieri della Fondazione
Crt, ex magistrati, prendono posizione con lettere molto dure -
di cui l'ANSA ha preso visione - inviate al presidente ad
interim Maurizio Irrera sulle vicende dell'ente e auspicano che
il Mef e la Procura della Repubblica facciano 'pulizia'.
"Esprimo profonda indignazione - scrive Arturo Soprano,
presidente emerito della Corte d'Appello di Torino - per la
grave condotta di alcuni consiglieri della Fondazione (non meno
di 10-13, da quanto emerge della documentazione raccolta e
diffusa dalla presidenza della Fondazione), i quali avrebbero
aderito a uno scellerato patto occulto, teso evidentemente ad
assicurare ai pattisti il controllo di nomine interne alla
Fondazione, di incarichi esterni in partecipate o controllate
alla Fondazione e, in genere, di affari rientranti nella
competenza esclusiva del cdi o del cda della Fondazione".
Soprano parla di "inquietante stupore" destato dal fatto che le
nomine nelle partecipate della Fondazione siano avvenute "con
voto unanime" e conclude la lettera auspicando che "l'inchiesta
del Mef e l'indagine avviata dalla Procura di Torino
consentano, fino alle estreme conseguenze, di fare pulizia
nella fondazione, restituendo alla prestigiosa terza fondazione
e ai suoi consiglieri quel decoro e quella reputazione che sono
stati faticosamente acquisiti nel tempo".
L'altra lettera è stata inviata a Irrera dall'ex magistrato
Massimo Terzi. "Chiedo conferma che prima della riunione del
consiglio di indirizzo del 30 aprile, anche al fine di valutare
se parteciparvi - si legge - saremo tutti messi a conoscenza
delle dichiarazioni rese da ciascun componente degli organi
della Fondazione in ordine alla sussistenza di un conflitto di
interesse con riguardo alla richiesta pervenuta dall'Autorità di
Vigilanza per avere preso parte agli accordi oggetto della
richiesta medesima".
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