Parte oggi in Piemonte, in
concomitanza con le celebrazioni per la Festa della Liberazione
del 25 aprile, la campagna nazionale di raccolta firme per i
quattro referendum della Cgil sulle maggiori
tutele del lavoro, dal titolo: "Per il lavoro ci metto la
firma", con l'obiettivo di raccogliere 500mila firme in 3 mesi.
Banchetti saranno allestiti in tutte le province piemontesi.
Quattro i quesiti che il sindacato propone alle cittadine e
ai cittadini, "per modificare leggi sbagliare che hanno reso il
lavoro precario, povero, mal pagato, insicuro". La prima
proposta mira a eliminare i meccanismi legislativi contenuti nel
Jobs Act che, sul
fronte dei licenziamenti dei dipendenti, ha concesso ai datori
di lavoro grande libertà di manovra. La Cgil punta a cancellare
le norme che permettono licenziamenti ingiustificati e
illegittimi, senza l'obbligo di reintegrare il lavoratore se
assunto dopo il 2015. La seconda, affronta il tema del tetto
massimo di indennizzo, di cui ha diritto un lavoratore
licenziato in modo ingiustificato, se assunto in un'azienda con
meno di 15 dipendenti. L'obiettivo è quello di superare questa
norma stabilendo che sia un giudice a stimare il valore della
compensazione economica. Nel terzo quesito referendario si
affronta il tema dell'estrema precarietà dei contratti. La
modifica
proposta vuole abrogare l'articolo 19 del decreto legislativo
81/2015 che consente di stipulare contratti a temine anche senza
alcun motivo. Un'azione necessaria per frenare il dilagare di
contratti a tempo, senza sicurezze, limitando il loro utilizzo a
causali specifiche e temporanee. L'ultimo quesito invece,
affronta il tema della sicurezza, proponendo di modificare le
leggi che
governano il sistema degli appalti.
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