In Piemonte continua il percorso per strade separate di Pd e Movimento 5 stelle verso l'appuntamento con le urne dell'8 e 9 giugno. Il braccio di ferro in vista di una eventuale alleanza per le regionali se c'è ancora è sotterraneo, e da entrambe le parti si nega perfino l'esistenza di trattative.
Intanto il sindaco Pd di Torino, Stefano Lo Russo, ribadisce in una intervista al quotidiano La Stampa l'auspicio che si arrivi a "una sintesi sulla base dei contenuti". Perché "senza chiarezza - avverte - non si va da nessuna parte". Le sue parole sono condivise dalla sfidante dem del governatore azzurro uscente Alberto Cirio, Gianna Pentenero, che questa sera incontrerà nella sede del Pd regionale le altre forze dell'alleanza - senza i pentastellati - per la sua investitura ufficiale da parte della coalizione.
"Sono totalmente d'accordo con la posizione di Lo Russo - dice Pentenero all'ANSA - noi abbiamo sempre sostenuto che le questioni regionali devono prescindere dalla situazione cittadina del capoluogo, che è legata a una storia diversa".
Come sua abitudine Pentenero, dal momento in cui è stato indicato il suo nome a sorpresa sabato scorso, si è buttata a capofitto nel nuovo impegno di candidata alla presidenza del Piemonte. Ai segretari e coordinatori delle forze che la sostengono, questa sera esporrà l'idea di creare due liste della presidente. Tramontata l'ipotesi avanzata a caldo di fare una lista di donne - impossibile in quanto vige l'alternanza di genere - sta ora prendendo piede quella di creare una lista più tematica, per esempio sul mondo del lavoro o della sanità, con persone meno conosciute ma dalle alte competenze, e una più estesa che includa autorevoli esponenti della società civile. Entro questa settimana sarà anche costituito il comitato elettorale.
Un punto importante sul quale concentrare le forze riguarda l'allargamento del perimetro della coalizione verso il centro. Pentenero, secondo quanto trapela, si sta muovendo anche in questa direzione con abboccamenti nei confronti di Italia Viva e Azione. La prima in Piemonte è ben strutturata, mentre la seconda è divisa tra due posizioni opposte: quella del commissario regionale e numero due nazionale Enrico Costa, che appoggia Cirio, e quella della segretaria torinese Cristina Peddis, che ha dichiarato di voler entrare nella coalizione di centrosinistra, anche senza il simbolo di Azione. Con Peddis sono anche le province piemontesi di Novara, Biella e Vercelli.
Per le Europee è in corso il tentativo di costruire una lista che spazi da +Europa a Italia Viva, e un esito positivo in quel caso, sottolinea il coordinatore di +Europa in Piemonte Flavio Martino, potrebbe riflettersi positivamente sulla coalizione che sostiene Gianna Pentenero. "Sulla lista per le europee - ricorda Martino - ci sarà un incontro a Roma nella sede di +Europa il 26 marzo: se si chiude in quel caso, allora si apre un tavolo per allargare il perimetro anche in Piemonte".
Sul fronte pentastellato il nome del candidato presidente non sembra vicino ad emergere. Fra i papabili figurano l'ex senatrice Susy Matrisciano, attuale parlamentare europea, il consigliere regionale albese Ivano Martinetti, la capogruppo in Regione Sarah Disabato. Quest'ultima, che siede al tavolo delle trattative interne, depista l'attenzione nella direzione delle liste per le europee, dove trapela il nome del consigliere regionale Sean Sacco. "A differenza di altre forze politiche - assicura Disabato all'ANSA - non abbiamo nessuna fretta, nessuna fregola, nessuna lotta intestina e nessun gioco di correnti: siamo concentrati su un dibattito serio e costruttivo sul programma".
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