Il Lago Maggiore perde ossigeno sul fondo, perché piove poco, quindi c'è minore movimento.
Diminuisce invece il fenomeno dell'antibiotico resistenza. Sono due degli aspetti evidenziati nella 51/a riunione della Commissione internazionale per la protezione delle acque Italo-Svizzere (Cipais) che si è svolta a Orta San Giulio (Novara) nelle giornate di ieri e oggi. Stato dei laghi e dei fiumi sono stati sotto la lente d'ingrandimento della ricerca nella due giorni di lavori. La Commissione è nata nel 1972 con la firma di una convenzione tra Svizzera e Italia, con l'obiettivo di studiare e monitorare la situazione dei laghi (Lugano e Maggiore) e corsi d'acqua che segnano o attraversano il confine tra i due stati nei cantoni Ticino, Grigioni e Vallese.
Per il Lago Maggiore, il secondo lago più studiato in Europa dopo il Lago di Costanza, le ricerche condotte dai ricercatori dell'Irsa Cnr (Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche) per l'anno 2022 hanno evidenziato che il cambiamento climatico, con la costante riduzione delle piogge annue, fenomeno più marcato in primavera e in autunno, e l'aumento delle temperature medie sia dell'aria che dell'acqua, comporta la forte riduzione di apporto di acqua dai fiumi immissari, quindi una minore movimentazione delle acque in profondità, con la conseguente perdita di ossigeno al fondo. Sul versante dei nutrienti, si evidenzia la riduzione dei diversi composti dell'azoto mentre il valore del fosforo rimane stabile.
Il dato più evidente è invece la costante diminuzione del fenomeno dell'antibiotico resistenza (ovvero il fenomeno per il quale un batterio risulta resistente all'attività di un farmaco antimicrobico, imputabile ad un grande uso di antibiotici), che ha segnato un grande miglioramento a partire dal 2020 e che si è consolidato con la fine della pandemia da Covid 19, calo dovuto molto probabilmente a un uso più consapevole di alcuni importanti antibiotici nel bacino del lago.
"Quest'anno spettava al Piemonte organizzare l'incontro della Commissione e la riunione, su mia iniziativa, si è tenuta ad Orta San Giulio - commenta l'assessore regionale all'Ambiente, Matteo Marnati -.Una due giorni di full immersion nel corso della quale abbiamo affrontato tutte le questioni ambientali che stanno modificando lo stato dei laghi e dei loro affluenti".
"Con la ricerca, portata avanti da molti ricercatori esperti, tra cui quelli del Cnr di Verbania e dell'Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente) - ha sottolineato l'assessore - riusciamo a comprendere meglio cosa sta accadendo e fare previsioni per gli scenari che potrebbero prospettarsi fra dieci anni. Teniamo sempre alta l'attenzione sulla qualità delle nostre acque per progettare misure efficaci e rivitalizzare le rive lacustri".
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