Ha una drammatica attualità il
Riccardo III, in scena fino al 26 marzo al Teatro Carignano di
Torino dove ha debuttato in prima nazionale. Interpretato da
Paolo Pierobon nei panni del tiranno, è l'esempio di come la
ricerca sfrenata del potere non conosca limiti umani, ma neppure
tempo. Un malvagio contemporaneo che è capace di qualsiasi
bassezza, aiutato dalla corruzione, dai media e dalle fake news.
Nella storia s'insinuano temi del nostro tempo: la
falsificazione delle notizie, la volgarità dei talk show, il
bombardamento mediatico, la gogna nei social.
Per la giovane regista ungherese Kriszta Székely, che torna
al Teatro Stabile di Torino dopo aver affrontato lo Zio Vanja di
Čechov, questo dramma racconta "l'ascesa inarrestabile di un
uomo, ma anche la sua rapida discesa verso quel profondo e buio
abisso che si spalanca oltre il potere stesso. Il viaggio di
questo personaggio dev'essere per tutti noi un esempio di quanto
l'ardore e la ricerca sfrenata del potere non conosca limiti
umani, e che chi pecca di prepotenza alla fine sarà prigioniero
del proprio inferno. Si tratta di una parabola. Un esempio". Per
questo allestimento ha realizzato l'adattamento del testo il
drammaturgo Ármin SzabóSzékel, mentre la traduzione è a cura di
Tamara Török.
Accanto a Pierobon, che nella sua interpretazione piena di
forza riesce ad ammaliare il pubblico e a creare complicità, c'è
un cast di grande valore: Matteo Alì, Stefano Guerrieri, Manuela
Kustermann, Lisa Lendaro, Nicola Lorusso, Alberto Boubakar
Malanchino, Elisabetta Mazzullo, Nicola Pannelli, Marta
Pizzigallo, Francesco Bolo Rossini, Jacopo Venturiero e, in
video, Alessandro Bonardo, Tommaso Labis.
Le scene sono di scene Botond Devich, i costumi di Dóra
Pattantyus, le luci di Pasquale Mari, il suono di Claudio
Tortorici e i video di Vince Varga. Riccardo III è prodotto da
Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, dal Teatro Stabile
di Bolzano e da Emilia Romagna Teatro Ert - Teatro Nazionale.
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