Sono state la vicinanza all'area
metropolitana milanese, l'inquinamento atmosferico e le carenze
strutturali della sanità i principali elementi che hanno
contribuito a diffondere i contagi di Covid in Piemonte con "un
impatto della prima ondata epidemica tra i più duri" in Italia.
E' quanto si legge nell'Atlante dei contagi presentato oggi al
Cnr a Roma.
Nel capitolo dedicato al Piemonte, il rapporto ricorda i
4.100 decessi accertati., per la maggior parte fra la dodicesima
e la ventunesima settimana dall'inizio dell'epidemia, con il
picco alla sedicesima (602 morti). Complessivamente tra metà
febbraio e fine giugno, il Piemonte ha registrato 29.514
ricoveri in ospedale di pazienti con Covid, 2.957 in terapia
intensiva, 4.102 decessi, 122.229 casi di positività al virus.
Per l'impatto che il Covid-19 ha avuto sulla regione, Istati e
Iss hanno inserito nell'elenco delle Province ad alta diffusione
tutte quelle piemontesi, ad eccezione di Cuneo (media
diffusione).
A seconda delle province - evidenzia ancora l'atlante dei
contagi - "l'eccesso di mortalità inizia a manifestarsi tra
l'ottava e la decima settimana (cioè tra metà febbraio e la
prima settimana di marzo) e raggiunge rapidamente la sua massima
intensità tra la tredicesima e la sedicesima settimana (vale a
dire tra la terza settimana di marzo e metà aprile),
apparentemente con una sorta di effetto domino tra le diverse
aree provinciali". Il rapporto mette in risalto come la
"prossimità, pur in uno scenario di iper-mobilità e complessità
di relazioni, possa comunque giocare un ruolo importante nelle
dinamiche spaziali di un'epidemia".
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