Il 'vigneto Piemonte ha retto
bene agli eccessi climatici del 2022, caldo sopra la norma e
siccità, estrema in molte aree, e ha generato una vendemmia nel
suo complesso da 4 stelle e mezzo. E' il rapporto fatto oggi ad
Alba (Cuneo) all'Anteprima Vendemmia, organizzata da Vignaioli
Piemontesi. La produzione, 2 milioni e 260 mila ettolitri, è
stata di poco inferiore a quella del 2021 (2,3 milioni di
ettolitri), la sanità delle uve è risultata "quasi ovunque
impeccabile". Il giro d'affari del comparto vinicolo in Piemonte
è stimato a 1 miliardo e 235 miloni di euro all'anno, gli ettari
a vigneto hanno raggiunto i 45.823 ettari, la produzione a
denominazione d'origine (doc o docg) rappresenta il 92%,.
"Anche quest'ultima, nonostante il clima è stata per i vini
piemontesi una buona/ottima annata - ha commentato Giulio Porzio
(Vignaioli Piemontesi) perché negli ultimi 30 anni la
viticoltura nella regione ha compiuto passi avanti giganteschi,
grazie a tutta la 'squadra' che dalla vigna arriva alla
bottiglia. Ed è un patrimonio che deve servire per affrontare i
problemi dei prossimi anni, dalla flavescenza dorata al
cambiamento climatico. Una parola fondamentale è la ricerca, che
deve essere coordinata e messa in rete". Un appello per il nuovo
Psr (Piano di sviluppo rurale): "deve affrontare - ha aggiunto
Porzio - le problematiche a livello trasversale, proprio a
partire dal cambiamento climatico, ricordando, ad esempio, che
la Sicilia 20 anni fa ha creato invasi e non ha perso la
produzione di vini. Va quindi creato un paracadute per i
viticoltori, primo e più debole anello della filiera. La Regione
si deve impegnare verso la creazione di fondi mutualistici, per
far sì che colline restino vitate e coltivate da giovani.
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