Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Alpinista morto in Patagonia, nuova via sul Cerro Torre

Alpinista morto in Patagonia, nuova via sul Cerro Torre

Testimoni raccontano ultima impresa Korra prima della tragedia

TORINO, 31 gennaio 2022, 12:58

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Una nuova via sul Cerro Torre, la montagna delle Ande Argentine su cui ha trovato la morte. E' quella aperta da Corrado Pesce prima di essere travolto da una valanga di neve e pietre. A raccontare l'impresa è Matteo Della Bordella che, con i compagni David Bacci e Matteo De Zaiacomo, ha percorso con l'alpinista gli ultimi trecento metri alla vetta poche ore prima dell'incidente che non gli ha dato scampo. "Era il più fresco e il più forte, una 'macchina'", lo descrive Della Bordella.
    L'incontro in quota risale a giovedì 27 gennaio. "Una piacevolissima sorpresa: incontriamo gli amici Korra e Tomy", ovvero Pesce e il suo compagno di cordata, l'argentino Tomas Aquilò che, nonostante le ferite, è riuscito a salvarsi.
    "Mancano circa trecento metri alla vetta e decidiamo di unire le forze per la parte finale. Dal punto di vista mentale seguire una 'macchina' come Korra è un vantaggio enorme".
    In cima le due cordate si congratulano per l'impresa, poi le loro strade si dividono. "Tomy e Korra scendono al buio", di notte, "lungo la parete Nord e, quando raggiungono il luogo dove avevano lasciato sacchi a pelo e materiale da bivacco decidono di riposarsi un paio di ore prima di continuare la lunga discesa", annota Della Bordella nel report su quanto accaduto.
    "In quelle due ore, mentre stavano riposando, vengono travolti da un'enorme scarica di ghiaccio e sassi che ferisce gravemente Tomy e ancora più gravemente Korra, il quale rimane completamente paralizzato, impossibile a muoversi, per i traumi riportati".
    La cordata di Della Bordella viene a sapere dell'incidente soltanto ore dopo e si unisce alle operazioni di soccorso. Di Korra nessuna traccia, però, "nessuno è stat in grado di localizzarlo", "Korra resterà per sempre su quella montagna".
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza