Il rischio maggiore di valanghe
sulle montagne di Piemonte e Valle d'Aosta, nell'intera stagione
invernale, si 'nasconde' nei versanti a sud-est. E il pericolo
non va mai sottovalutato se è vero che nell'ultima stagione a
essere travolti dalla massa di neve sono state spesso guide o
persone che conoscevano bene i luoghi, mentre i neofiti, grazie
alla prudenza e alla scelta di itinerari facili, sono rimasti
poco coinvolti. Sono alcune delle considerazioni emerse nella
presentazione dell'andamento nivologico 2020/2021 fatta da Arpa
Piemonte e dalla Fondazione Montagna Sicura della Valle d'Aosta.
Una stagione segnata da molte anomalie climatiche, con nevicate
quasi nulle a novembre (deficit del 92%), quando di solito si
forma il fondo per le successive nevicate del cuore
dell'inverno, un gennaio ricco di precipitazioni, febbraio-marzo
al contrario poveri e, in molte vallate, abbondanti nevicate
tardive a maggio
In Valle d'Aosta si sono avute 293 valanghe spontanee
complessivamente, di cui 27 non a catasto e 11 episodi con
persone travolte, in totale 24: 2 morte, 6 ferite, 16 illese; in
Piemonte 13 valanghe hanno travolto 20 persone, con un bilancio
di 6 morti, 4 feriti e 10 illesi. In tutta Italia l'inverno
scorso ci sono state 20 vittime, l'episodio più grave, con 4
morti, in Abruzzo.
I cambiamenti climatici portano nuove insidie a chi frequenta
la montagna innevata che si aggiungono a quelle per le quali da
sempre la cautela è d'obbligo: improvvisi sbalzi di temperatura,
fino a 10 gradi in pochissime ore, la persistenza di strati
deboli, le lunghe fessurazioni sulla massa nevosa che possono
crearsi.
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