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Embraco: arcivescovo Torino, stallo ingiusto e disumano

Embraco

Embraco: arcivescovo Torino, stallo ingiusto e disumano

Nosiglia pranza con lavoratori, passare da promesse ai fatti

TORINO, 20 novembre 2021, 12:58

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Lo stallo dell'ex Embraco, che ormai si trascina da quattro anni, è purtroppo non solo ingiusto, ma profondamente disumano". E' un passaggio dell'intervento dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, al pranzo con i lavoratori di alcune imprese seguite dall'ufficio diocesano del Lavoro, tra cui appunto la ex Embraco, per cui la cassa integrazione scade il 22 gennaio.
    "Non tocca alla Chiesa indicare soluzioni concrete al riguardo - ha aggiunto - ma richiamare con forza tutte le parti in causa a fare ogni sforzo, con responsabilità, per superare questa situazione e ritrovare la via di una soluzione, che salvaguardi il bene più prezioso, che è l'uomo che lavora - e, insieme a lui, la sua famiglia. Si tratta di un impegno, che viene prima d'ogni altro, pure importante, aspetto economico e che esige la massima solidarietà da parte di tutte le forze del lavoro interessate: imprenditori, sindacati, lavoratori, istituzioni, comunità civile ed ecclesiale".
    "Mi chiedo che cosa ancora si può fare e come si può passare dalle parole e dalle promesse, che certo non sono mancate e non mancano, su questo annoso problema", sottolinea monsignor Nosiglia, che ha ricevuto una targa in dono dai lavoratori della ex Embraco. "L'arcivescovo è uno di noi, il 392esimo operaio - osserva a nome dei lavoratori Maurizio Ughetto - Ci è sempre stato accantonato, moralmente ed economicamente, e se fosse stato per lui noi eravamo a posto da tempo. La politica deve prendere esempio", conclude ricordando di avere chiesto "un incontro urgente con il ministro Giorgetti e Alessandra Todde".
   
   

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