Fino al 12 dicembre i Musei Reali
di Torino espongono al primo piano della Galleria Sabauda, in
una delle due sale caravaggesche appositamente riallestite, una
celebre opera di Orazio Gentileschi, 'Santa Cecilia che suona la
spinetta e un angelo' proveniente dalla Galleria Nazionale
dell'Umbria di Perugia.
Il prestito museale si inserisce nell'ambito del Piano
Strategico triennale dei Musei Reali torinesi mirato a creare
per il pubblico nuovi percorsi narrativi valorizzando il
patrimonio e promuovendo accostamenti di opere e scambi a tema
con altri musei. Negli anni passati erano già stati presentati
analoghi progetti intorno alle figure di Sandro Botticelli e
Giovanni Boldon.
"Questa volta abbiamo ancora dedicato la nostra attenzione a
Caravaggio e ai caravaggeschi - spiega la direttrice dei Musei
Reali, Enrica Pagella - dopo il precedente prestito del San
Giovanni Battista del Caravaggio da parte delle Galleria
Nazionali di Arte Antica di Roma. L'importante è movimentare e
arricchire la nostra offerta, moltiplicando occasioni di
conoscenza e di bellezza". Il dipinto di Gentileschi è stato
collocato nella sala 18 della Sabauda, in modo da dialogare con
altre opere del periodo, testimonianze della 'rivoluzione'
operata dal Caravaggio per quanto riguarda la luce sui volti e
sui particolari. "Dopo di lui i ritratti non sono più stati come
prima - dice Pagella - Caravaggio seppe unire la grande
tradizione quattrocentesca fiorentina con la sua personalissima
visione realista e la lezione fiamminga".
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