La Tavola stellare di Mereru
risalente al Medio Regno (2000 a.C. circa), una griglia
rinvenuta nel 1908 nella necropoli di Assiut con i nomi di 36
stelle che, con il loro sorgere, scandiscono le dodici ore della
notte nel corso dell'anno, è da oggi al centro del secondo
appuntamento della mostra 'Nel laboratorio dello studioso',
dedicato all'attività scientifica che quotidianamente si svolge
sugli oggetti custoditi nelle sale e nei magazzini del Museo
Egizio.
Il tema di questa tranche di mostra, curata da Enrico
Ferraris, curatore del Museo e che resterà aperta al pubblico
fino al 29 agosto, è l'osservazione del firmamento nell'antico
Egitto e i sistemi sviluppati dalla cultura nilotica per
misurare lo scorrere del tempo e l'avvicendarsi ciclico delle
stagioni. Nella tavola la sequenza del tempo assume un andamento
diagonale, caratterizzato dalla levata di Sirio, che a fine
luglio annunciava l'arrivo della piena del Nilo e l'avvio del
nuovo anno agricolo e la promessa di rinascita per gli spiriti
dei defunti. Una rappresentazione che testimonia da una parte un
processo di registrazione e traduzione grafica dei moti delle
stelle, e dall'altra la peculiare concezione egiziana circolare
del tempo
In mostra anche reperti legati al tema. Inoltre in luglio e
agosto ci sono visite guidate per illustrare i dettagli del
percorso espositivo. 'Nel laboratorio dello studioso' prosegue
fino a maggio 2022 con quattro mostre su altrettanti temi, dal
sarcofago di Kha ai bronzi votivi per mummie animali, dalla dea
Anuket al Libro di Morti di Baki.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA